Milano. Ai primi di gennaio la sola immagine pubblicata in anteprima, era un ritratto di Annie Leibovitz con le sue tre figlie. Gli altri scatti di «Women: New Portraits», il progetto commissionato da Ubs alla fotografa americana, sono stati presentati al pubblico solo durante la prima tappa mondiale della mostra. Già da mesi in tour alla volta di altre 10 città, il 9 settembre la rassegna è arrivata negli spazi milanesi di Fabbrica Orobia 15, dove si potrà visitare fino al 2 ottobre.

Il nuovo lavoro è la continuazione di «Women», ricerca che la Leibovitz aveva cominciato in collaborazione con Susan Sontag oltre quindici anni fa. «L’impresa è molto ambiziosa, ha dichiarato la fotografa, il soggetto talmente vasto, è come andare in mare aperto e fotografare l’oceano».
Un oceano dove lei va a pescare donne straordinarie, ognuna delle quali ha raggiunto l’eccellenza nel proprio campo, individui che il suo obiettivo mette in posa con la consueta sensibilità, riuscendo a spingersi «oltre il gender, oltre gli stereotipi, oltre le maschere, per mostrarci che ogni cosa viva è allo stesso tempo universale e unica», come dice della Leibovitz l’attivista Gloria Steinem, fissata in una delle immagini insieme a molte altre donne, tra le quali anche Lupita Nyong’o, Caitlyn Jenner, Wendy Murdoch, Agnes Gund e Kara Walker.
In contemporanea sono previsti dei programmi gratuiti di apprendimento, come il laboratorio con gli studenti di fotografia dell’Accademia di Brera, dell’Istituto Europeo di Design e dell’Istituto Italiano di Fotografia.