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Le donne secondo Annie

Chiara Coronelli

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Una grande mostra e il calendario Pirelli della Leibovitz

Considerata una delle più grandi ritrattiste americane, tanto che una celebrità non può dirsi tale se non ha posato per lei almeno una volta, Annie Leibovitz comincia a fotografare nel 1968, non ancora ventenne, e due anni dopo è già nello staff del mensile «Rolling Stone», dove rimane fino al 1983. Prosegue poi con «Vanity Fair», con le campagne pubblicitarie, i premi, le mostre e la pubblicazione di cinque libri, mettendo a segno scatti che sono negli occhi di tutti: da John Lennon nudo e avvolto intorno a Yoko Ono a Whoopi Goldberg immersa nel latte, a Demi Moore in copertina al settimo mese di gravidanza. 

Il 16 gennaio, alla Wapping Hydraulic Power Station di Londra, viene inaugurata «Women: New Portraits»: il progetto, commissionato da Ubs che acquisirà le opere dopo un tour mondiale in dieci tappe, continua il precedente «Women», lavoro ideato con la compagna Susan Sontag e pubblicato nel 1999. Fatta eccezione per la fotografia della Leibovitz con le sue tre figlie, unica pubblicata in anteprima, per le altre si deve aspettare l’apertura della mostra, anche se sembrano confermate Venus e Serena Williams, l’attivista Gloria Steinem e la transgender Caitlyn Jenner.

Insieme a quelli nuovi si trovano esposti anche ritratti della serie precedente, in una sorta di antologia che prosegue l’esplorazione della rappresentatività del ruolo della donna e del valore della sua eccellenza. Lo stesso principio guida anche la scelta dei soggetti per il Calendario Pirelli 2016, seconda edizione firmata dalla Leibovitz dopo quella del 2000.

«Volevo che le fotografie mostrassero le donne esattamente come sono, senza artifici». Tra le tredici convocate anche Patti Smith, Shirin Neshat, la presidente di Lucasfilm Kathleen Kennedy, la scrittrice Fran Lebowitz, la mecenate Agnes Gund e Yoko Ono. Tutte riprese in studio e in bianco e nero, da un obiettivo indifferente ai canoni estetici imposti dalla storia di «The Cal», sensibile solo all’intensità della presenza e del talento che ognuna incarna.

Chiara Coronelli, 12 gennaio 2016 | © Riproduzione riservata

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