Le città invisibili di Bodys

Al MoMA lo scultore congolese Kingelez, autore di utopici modelli urbanistici

«Ville Fantôme» 1996 di Bodys Isek Kingelez
James H. Miller |  | New York

Negli ultimi anni l’interesse per l’arte africana contemporanea è cresciuto, con importanti mostre dal Brasile alla Francia, nuovi musei a Marrakech e a Città del Capo e la fiera 1-54, in perenne espansione, oltre all’attenzione delle grandi case d’asta. Sull’onda di questo nuovo trend arriva al MoMA la prima rassegna negli Stati Uniti del congolese Bodys Isek Kingelez (1948-2015), che dal 26 maggio al primo gennaio offre la possibilità di avvicinarsi in modo nuovo a questo artista visionario. Kingelez, autore di meravigliosi modelli urbani realizzati con giornali e materiale da imballaggio, non fu semplicemente l’autore dei proverbiali castelli in aria.

Come disse lui stesso: «Senza un modello non sei da nessuna parte». Con opere dai primi anni Ottanta alla fine della sua vita, la mostra racconta la storia di come questi modelli affrontarono tematiche urbane, sociali ed economiche. «Pur
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