Le case d'asta italiane nel 2020 | ART-RITE
Il rapporto consuntivo di 28 case d'asta

Il 2020 di Art-Rite di Milano ha totalizzato 1.209.778 euro ed è illustrato da Federico Bianchi, capo dipartimento di Arte Moderna & Contemporanea: «Ci riteniamo soddisfatti dei risultati ottenuti. Nonostante il lockdown, abbiamo allestito 11 aste, 2 in più rispetto allo scorso anno, 10 di Arte Moderna e Contemporanea, a cui se ne aggiunge una di Gioielli e Orologi. Gli strumenti digitali sono venuti in nostro soccorso. A fronte di un numero maggiore di aste il fatturato complessivo dell’anno ha registrato un aumento di quasi il 6%. Sono proprio le opere d’importanza museale che hanno segnato ottimi risultati, come “Fiori stilizzati” di Giacomo Balla, aggiudicato a 64.610 euro, e un grande olio su tela di Salvo o due combustioni di Nunzio, tutte battute ampiamente sopra i 30mila euro. Il prezzo medio delle opere vendute nelle aste di arte moderna e contemporanea si attesta appena al di sotto di 2.500 euro. I risultati maggiormente positivi si devono però alle private sale: se nel 2019 il loro fatturato era pari a 161.075 euro, quest’anno si è attestato a 1.153.964 euro segnando un sorprendente aumento percentuale del 616,4%, frutto di un numero limitato di opere di grande e indiscusso valore. Non abbiamo riscontrato grandi cambiamenti nei profili dei venditori, avendo a che fare con collezionisti privati che ci hanno affidato all’incirca lo stesso numero di lotti dell’anno precedente, a dimostrazione del fatto che la crisi non ha spinto a ingenti smantellamenti delle collezioni. Anche il target degli acquirenti è rimasto pressoché invariato, confermando una percentuale di stranieri del 30%. La strategia per il 2021 è di sfruttare ulteriormente le potenzialità offerte ddal web, continuando a proporre aste di Arte Moderna e Contemporanea suddividendole nei consueti format (U-3 Under 3k euros, 4-U new e le tradizionali aste di arte moderna e contemporanea), dando sia un maggior spazio ai dipartimenti di Comic Art e Gioielli, che, almeno nel nostro caso, sono quelli rimasti maggiormente svantaggiati, sia sviluppando l’attività consulenziale per l’Arte antica, con l’obiettivo di istituire prossimamente un vero e proprio dipartimento».