Le case d'asta estere nel 2020 | BONHAMS
Il rapporto consuntivo di 9 case d’asta
Anche Bonhams, fondata nel 1793 e adesso in mano al fondo di private equity Epiris, non fornisce dati globali. Nell’anno trascorso ha sostenuto 315 aste, e il ceo Bruno Vinciguerra ne illustra le dinamiche: «Abbiamo sviluppato rapidamente un sistema di live streaming per condurre le aste come al solito, con un banditore al podio, offerte telefoniche e online e offerte lasciate in anticipo, ma senza fare offerte in sala. Questo formato ci ha permesso di mantenere le vendite di New York e Los Angeles, dove le limitazioni alla circolazione erano a volte molto più rigide che nel Regno Unito, ospitando l’asta a Londra. Il sistema ha funzionato bene, con tassi di partecipazione migliorati e molte vendite che hanno superato la vendita equivalente nel 2019. La pandemia ha accelerato cambiamenti già in corso. Le registrazioni online sono aumentate di oltre il 50% rispetto al 2019. La produzione di cataloghi fisici, una volta considerata essenziale, è stata drasticamente ridotta. I cataloghi online sono così facili da usare che questo cambiamento è passato in gran parte inosservato. Ci sarà sempre posto per le aste tradizionali, e non ho dubbi che riprenderanno quando la vita tornerà alla normalità, ma questo passaggio all’online nel mondo delle aste è in corso da tempo e non si torna indietro».
I 3 top lot sono stati: «Couple aux têtes pleines de nuages» di Salvador Dalí con 8,2 milioni di sterline (foto in basso); la Bugatti Type 55 Super Sport Roadster del 1932 con 7,1 milioni di dollari e «Abstraktes Bild (Untitled) 679-3» di Gerhard Richter con 3,4 milioni di dollari.