Le artiste sfarfallano
Quando Gustave Flaubert, nel 1851, scriveva che l’artista è «una mostruosità, qualcosa al di là della natura» si riferiva, misogino com’era, prima di tutto a se stesso e poi a un mondo di eccellenze nell’arte tutte declinate al maschile. E la definizione che anni dopo fornì delle artiste nel suo Dictionnaire des idées reçues, se non corrispondeva forse del tutto al suo pensiero più intimo era comunque indicativa del modo di pensare corrente: «Una donna artista non può che essere una sgualdrina. Saccente».
Questo il quadro, fosco e fallocentrico, con cui le donne che si dedicano all’arte, nell’Ottocento fino ai primi del Novecento dovranno fare i conti. Il pittore Gustave Moreau scriverà: «La seria intrusione della donna nell’arte sarebbe un disastro senza rimedio». Il ricchissimo saggio, corredato da un affascinante apparato iconografico in parte inedito, muove da questi, inquietanti, presupposti e dal
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