Lampronti: «Noi antiquari in Italia non abbiamo vita facile»

Nella Reggia vanvitelliana una mostra ritratto del mercante romano, che da sei anni è nel Regno Unito

«Porto di Salerno» di Jakob Philipp Hackert
Francesca Romana Morelli |  | Caserta

«La mia galleria di Londra è una finestra attraverso cui si può guardare la cultura artistica italiana nel cuore dell’Inghilterra. Sarebbe più pratico trattare la pittura fiamminga, oggetto di un forte interesse sul mercato internazionale, ma non ho mai tradito la pittura italiana tra Sei e Settecento, quel fuoco acceso in me che coincide con la mia identità di antiquario», dichiara Cesare Lampronti, che nel 2013 ha chiuso la straordinaria «bottega» in via del Babuino, diretta dal 1961, e riaperto nella capitale britannica in Duke Street a St James’s, zona internazionale di antiquari, gallerie e case d'asta, dove è anche Christie’s.

Terza generazione di una delle maggiori famiglie antiquarie romane, attiva dal 1914, a 19 anni Lampronti prese in mano le redini del negozio di famiglia specializzato in «cineserie». Fu come ricominciare da zero, ricalcando le orme del padre, appassionato di
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