La vicenda della «Testa Lorenzini», la più greca delle opere etrusche

Recuperata in soffitta e acquistata sul mercato, è stata destinata all'Archeologico di Firenze

La «Testa Lorenzini»
Laura Lombardi |  | Firenze

Un’importante acquisizione dello Stato, compiuta in tempi brevi, esercitando il diritto di prelazione: si tratta della «Testa Lorenzini», così detta dal cognome dei proprietari, in vendita sul mercato a dicembre e al cui acquisto era interessato il Museo Fondazione Luigi Rovati di Milano.

Grazie al direttore generale Archeologia Belle Arti e Paesaggio del Ministero Gino Famiglietti, l’opera, acquistata per 355mila euro, è stata invece destinata al Museo Archeologico Nazionale di Firenze, sede preferita a Volterra (dove la Testa fu comunque esposta fino al 1997, al Museo Guarnacci, prestata dai proprietari) dato il prestigio dell’istituzione, come hanno sottolineato il direttore del polo museale Stefano Casciu e il soprintendente Andrea Pessina, e collocata in una delle sale di maggior rilievo del percorso museale dedicate alla civiltà etrusca, quella che ospita, tra gli altri capolavori, la
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