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La tragedia del clown

Francesca Romana Morelli

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Sino al primo novembre la Fondazione Roma Museo-Palazzo Cipolla proponeva un’ampia antologica di Alessandro Kokocinski (1948), curata da Paola Goretti con la Fondazione intitolata all’artista e organizzata dalla Fondazione Roma-Arte-Musei.

Erano esposti una settantina tra dipinti, pitture polimateriche, sculture, installazioni, disegni, filmati, versi poetici e libri d’artista. Quaranta opere sono state eseguite per questa occasione; fra le altre, «Volò tra le stelle» e «Come lo squarcio di un lampo di luna». Si segnalano anche due installazioni multimediali, «Olocausto del clown tragico» e «Non l’ho fatto apposta»  (quest’ultima con la partecipazione dell’attrice Lina Sastri, sua compagna, in un video di corredo).

Il tema unificante la mostra è la maschera portata da figure emblematiche come il clown, maschere del teatro e marionette, che con la loro umanità poetica e la coerenza dei propri valori combattono nel circo della vita, dove uomini abusano con cinismo del proprio potere e in cui dilagano la corruzione, la lussuria, e la vanità.

Kokocinski (Porto Recanati, 1948), nato da madre russa e padre polacco passato dai gulag sovietici, cresce in Argentina, affidato a un circo a conduzione familiare. Esordisce a Buenos Aires nel 1968. Due anni dopo, in Cile, collabora alla riforma democratica di Salvador Allende. Ripara in Europa, finché non approda in Italia, dove porta il suo bagaglio rivoluzionario.

Francesca Romana Morelli, 23 settembre 2015 | © Riproduzione riservata

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La tragedia del clown | Francesca Romana Morelli

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