La strategia del gambero

La valle intorno al tempio di Segesta. Sullo sfondo, le pale eoliche. Fotografia di Alessandro Martini
Silvia Mazza |

Palermo. La Regione Siciliana, benché si sia dotata, in anticipo anche sul Codice Urbani, sin dal 1999 di «Linee guida per il Piano paesaggistico regionale», non dispone ancora di questo strumento di tutela del territorio. Con un singolare percorso «al contrario» rispetto allo scenario nazionale (al momento limitato ai due soli casi di Puglia e Toscana; cfr. l’articolo in questa pagina), si hanno, infatti, Piani paesaggistici d’ambito «adottati» (Egadi, Caltanissetta, Siracusa e Ragusa), «approvati» (Ustica, Pantelleria, Eolie e un ambito di Trapani) o in fase istruttoria propedeutica alla loro adozione (Agrigento, Catania, Enna, Messina, Palermo e Trapani), secondo, quindi, una distribuzione a macchia di leopardo. Solo quando il quadro si sarà completato ci si dedicherà al Pp regionale, col compito di ricucire e omogeneizzare situazioni difformi sul territorio. Infatti, ci spiega Salvo Salerno, avvocato e
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