La strada tortuosa della fotografia a Milano: MuFoCo e Triennale, le ultime novità
Due mostre in programma, progetti speciali e nuove acquisizioni per l’istituzione di Cinisello Balsamo, mentre l’ente meneghino si prepara per diventare una piattaforma di riferimento internazionale. Sfide e prospettive delle due realtà di punta sulla scena fotografica del capoluogo lombardo

La notizia della riapertura del programma espositivo del MuFoCo fa tirare ad appassionati ed esperti un sospiro di sollievo. Lo scorso aprile il Museo (unica istituzione pubblica in Italia dedicata interamente alla fotografia, con sede a Cinisello Balsamo) aveva dichiarato la sospensione temporanea dell’attività espositiva, provocando preoccupazione e sconcerto nel mondo della fotografia, soprattutto alla luce del futuro incerto che sembrava delinearsi per l’istituzione dopo l’annuncio dell’autunno 2020: la nascita di un Museo Nazionale della Fotografia che vedeva la Triennale di Milano come epicentro delle attività espositive (progetto che, dopo due anni di silenzio, ormai sembrava essere passato in secondo piano).
Di fronte alla scarsa trasparenza della comunicazione, per avere chiarimenti in merito alle sorti del MuFoCo, nel mese di maggio di quest’anno, più di 350 fotografi e addetti ai lavori hanno firmato una lettera aperta indirizzataal Ministero e alle varie parti coinvolte (i Comuni di Milano e di Cinisello Balsamo, così come l’allora Presidente del MuFoCo, Giovanna Calvenzi, e quello della Triennale, Stefano Boeri, ancora in carica), che però non ha mai ottenuto una risposta ufficiale.
Ora, dopo l’uscita della Triennale (storico partecipante istituzionale del MuFoCo) dalla governance, con un Consiglio di Amministrazione nuovo di zecca e il supporto rinnovato di Regione Lombardia e del Ministero per i Beni e le Attività del Ministero della Cultura, il MuFoCo riparte con ben due mostre che apriranno il 22 ottobre. La prima è «Paesaggio dopo paesaggio», collettiva a cura di Matteo Balduzzi, con fotografie di Andrea Botto, Claudio Gobbi, Stefano Graziani, Giovanni Hänninen, Sabrina Ragucci, Filippo Romano (fino al 29 gennaio 2023). L’esposizione presenta oltre 100 opere acquisite grazie al bando Strategia Fotografia 2020, firmate da artisti nati tra la metà degli anni Sessanta e Settanta che, formatasi in continuità con i grandi maestri italiani della fotografia di paesaggio, se ne sono poi allontanati per esplorare pratiche e linguaggi di respiro internazionale.
La seconda mostra (visitabile fino al 27 novembre 2022) è «Biomega Multiverso» di Cosimo Veneziano, a cura di Lisa Parola: un’installazione composta da serigrafie e ricami su tessuto che rappresenta lo stadio finale di una ricerca transdisciplinare sull’uso delle biotecnologie in ambito agroalimentare, sollevando domande sul rapporto tra globalizzazione, consumo, marketing e immagine. L’opera è stata acquisita dal MuFoCo nell’ambito della VII edizione del programma Italian Council 2019 e promossa da Fondazione Sardi Per l’Arte e l’Associazione Arteco di Torino.
Il 22 ottobre sancisce una data importante per il Museo, ma una cosa è bene ricordare: il MuFoCo in realtà non è mai stato chiuso. «A interrompersi momentaneamente è stata solo l’attività espositiva nella sede di Cinisello. I progetti di ricerca e i servizi educativi non sono mai stati sospesi, spiega la direttrice generale Gabriella Guerci, che il MuFoCo lo ha visto nascere (fu lei a coordinare il progetto della fondazione nel 2004). In questi mesi abbiamo portato avanti attività molto importanti, anche in termini di collaborazioni nazionali e internazionali, tra cui “West”, progetto inedito di ricercadi Francesco Jodice che racconta il sorgere e il declino del secolo americano, attraverso tre lunghi viaggi in alcuni degli stati dove ebbe luogo la corsa all’oro e che vedrà presto la luce in eventi pubblici a Bordeaux (Arc en Reve, Centre d’architecture) e a Toulouse (Galerie Le Chateux d’Eau).
Abbiamo lavorato in maniera costante sull’arricchimento delle collezioni, come si evince dall’acquisizione di tutto il corpus di opere della serie “20.12.53-10.08.04” di Moira Ricci, che sarà accompagnata dalla realizzazione di un volume bilingue a cura di Roberta Valtorta. E questo, non va dimenticato, anche grazie alle misure di promozione e finanziamento su bando messe in atto dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Abbiamo continuato il nostro impegno nella committenza pubblica, soprattutto a sostegno dei giovani autori, con progetti che vedranno la luce nel 2023. Né si sono interrotte le attività educative (ai primi di settembre abbiamo organizzato due campus estivi per bambini dai 6 agli 11 anni) e ci siamo dedicati intensamente alla progettazione e partecipazione a bandi. Anche la biblioteca e l’archivio sono sempre rimasti aperti per la consultazione e i prestiti a fini espositivi».
Seguendo quello che è lo spirito del Museo (sempre rivolto a creare momenti di confronto, studio e approfondimento), ad accompagnare l’inaugurazione delle mostre ci saranno due tavole rotonde in cui verranno discussi i temi al centro delle esposizioni. Successivamente interverrà il nuovo Presidente, Davide Rondoni, che illustrerà la futura linea programmatica del Museo, in cui, nonostante il cambio importante di assetto istituzionale, si intravedono ancora punti di contatto con l’altra grande protagonista della scena fotografica milanese: «Le occasioni di collaborazione non mancheranno, racconta la curatrice del settore Fotografia, cinema e nuovi media della Triennale, Lorenza Bravetta, che (oltre ad essere stata fondatrice e prima direttrice di Camera - Centro Italiano per la Fotografia, dal 2015 al 2016, e Consigliere del Ministro per la valorizzazione del patrimonio fotografico nazionale, dal 2017 al 2018) per molti anni è stata parte del Consiglio di Amministrazione del Museo di Cinisello Balsamo. Non entro nel dettaglio (annunceremo la programmazione nei prossimi mesi), ma stiamo lavorando a una grande mostra che vedrà le due realtà operare in sinergia nel 2023».
Sebbene MuFoCo e Triennale siano istituzioni molto diverse, la loro complementarietà risulta cruciale per lo sviluppo della cultura fotografica del nostro Paese. Da una parte, il MuFoCo, con una collezione di oltre 2 milioni di opere fotografiche, si definisce prima di tutto come uno spazio di relazione, partecipazione e apertura alla comunità del territorio, il cui programma, come illustrato dalla dott.ssa Guerci, «non riguarda specificatamente e solo le mostre. Non ci siamo mai qualificati come un contenitore per grandi mostre, complici la nostra collocazione decentrata e l’esiguità degli spazi espositivi: quelle semmai le abbiamo prodotte e portate altrove. Noi siamo innanzitutto un museo, e in quanto tale in dialogo costante con le collezioni, gli artisti e i pubblici, e un museo della contemporaneità, un museo che pone al centro della sua attività la sperimentazione, i progetti di arte pubblica e di educazione all’immagine. Insomma, un museo che potremmo definire “di frontiera”».
Dall’altra, la Triennale è una grande istituzione con una storia di multidisciplinarietà unica in Italia, il cui obiettivo nei prossimi mesi, nelle parole della dott.ssa Bravetta, sarà quello di «mettere in piedi un programma di mostre, collaborazioni e attività che possa dare conto della natura ibrida della fotografia, delle sue molteplici possibili contaminazioni con altre discipline e forme del sapere. Una piattaforma di ricerca aperta a partnership nazionali e internazionali che coinvolgano i vari soggetti della fotografia, dalle istituzioni alle gallerie, alle realtà indipendenti».
La prospettiva di percorsi condivisi tra queste due realtà, anche se solo parziali, fa ben sperare; con o senza il fantomatico Museo Nazionale della Fotografia, sembra che il 2023 non deluderà. Intanto, godiamoci le nuove mostre del MuFoCo e aspettiamo impazienti di conoscere le prossime iniziative delle due istituzioni milanesi.