La stagione delle aste italiane si chiude all’insegna della qualità
Cambi, Finarte e Wannenes presenteranno un’accurata selezione di lotti di nomi consolidati nell’arte moderna e contemporanea a conclusione della programmazione 2022

Sono ben 343 le opere che Cambi Casa d’Aste offrirà all’incanto giovedì 15 dicembre, nella sede di Milano. Il top lot è «Homme a la tranche de pastèque» (stima 250-350mila euro), gouache su carta di Pablo Picasso del 1967, in cui un uomo seduto a gambe incrociate divora con gusto una fetta di anguria. «Un invito a godere dei piaceri della vita, vivendoli momento per momento, e assaporandone il gusto fino in fondo» secondo la descrizione di Michela Scotti, specialista del dipartimento.
Spiccano, tra le opere provenienti da un’importante collezione privata, i lavori di due esponenti dei Sette Pittori del Novecento: l’«Autoritratto» di Achille Funi del 1925, in cui è evidente l’attenzione rivolta all’ordine e alla tradizione pittorica, e il «Nudo» di Piero Marussig del 1928, nel quale pennellate di colori insoliti e vivaci si fondono in armonia sulla tela (12-15mila ciascuno). Considerevole è poi lo spazio rivolto al futurismo: da segnalare una preziosa opera su carta di Fortunato Depero (25-35mila), un raro olio su tela di Nicolaj Diulgheroff (18-22mila) e un’aeropittura di Ivanhoe Gambini (16-18mila).
Lunedì 19, sempre nel capoluogo lombardo, sarà invece il turno di Finarte, con un catalogo che raccoglie oltre 300 opere di grandi autori italiani e internazionali. Sul podio dei top lot si trovano Lucio Fontana con un caratteristico «Concetto Spaziale, Attesa» del 1968 (400-600mila), Paolo Scheggi con le tre tele sovrapposte dipinte di rosso che costituiscono «Zone riflesse» del 1964 (250-350mila) e Mimmo Rotella con la composizione puramente astratta «Concentrico» del 1950 (100-150mila).
L’energico vinilico su tela «Senza titolo» del 1990 di Carla Accardi (30-40mila) potrebbe riservare sorprese in seguito al nuovo record d’asta dell’artista, stabilito recentemente da Dorotheum con la vendita di «Animale immaginario» a 303mila euro. Per quanto riguarda gli autori internazionali, si distinguono l’olio su tavola del 1923 di Man Ray, in cui forme geometriche vengono esplorate e usate come mezzo di espressione (40-60mila) e i delicati lavori su carta di Paul Klee (18-24mila), Victor Brauner (25-30mila) e Salvador Dalì (40-60mila e 25-30mila).
Infine, anche in questo caso negli spazi della sede milanese, mercoledì 21 andrà in scena la vendita conclusiva del 2022 di Wannenes, che presenta una selezione di 45 lotti. Tra le opere di spicco non si possono non menzionare la natura morta di Giorgio de Chirico realizzata nel 1958 circa raffigurante due «Mele» (30-40mila), tarda produzione dell'artista in cui riprende soggetti già sperimentati in età giovanile; «Notte della Luna» del 1950 di Marino Marini, che rappresenta un tema stilistico caro all’artista, ovvero la Pomona, simbolo etrusco della fertilità, della femminilità prosperosa ed accogliente (40-50mila); la fredda «Domenica di gennaio» del 2009 di Salvo, priva di presenza umana, in cui compaiono solo forme originali e tinte innaturali che amplificano la sensazione d’irrealtà, quasi si trattasse di un sogno (30-40mila).
Nell’ambito della scultura, colpiscono quella in bronzo del 1934 di Arturo Martini, dal titolo «La fede e la luce», composizione in cui si fondono reminiscenze etrusche e medioevali (35-45mila) e la «Folla» in bronzo lucido plasmato magistralmente da Giò Pomodoro nel 1962, in maniera che sembra contraddire la rigidità tipica della materia (10-15mila).