La sintonia d’intenti di Lazzarini e Muzzolini

Da Artericambi anche un lavoro a quattro mani dei due docenti di Brera

Donata Lazzarini e Bruno Muzzolini, «Orion+++», 2016-21
Camilla Bertoni |  | Verona

Un invito a superare i muri, fisici e mentali, per poter ritrovare una relazione con il mondo naturale. Donata Lazzarini e Bruno Muzzolini lo affidano alla mostra «Déladelmur», a cura di Maria Rosa Sossai, in corso fino al 31 dicembre alla Galleria Artericambi di Verona. Entrambi docenti all’Accademia di Brera (Scultura per Lazzarini e Video per Muzzolini) i due artisti, «pur nella diversità delle rispettive pratiche», scrive Maria Rosa Sossai, mostrano una profonda «sintonia d’intenti», cercando una risposta al quesito: l’arte può riannodare il legame con la natura? Se non una risposta, dicono gli artisti, almeno delle riflessioni.

Con «Orion +++», lavoro a quattro mani, si torna alla perduta dimensione contemplativa, uscendo dagli schemi mentre si osserva il lento allontanarsi di un gruppo di lumache da un disegno preordinato come una costellazione. Muzzolini ferma il suo obiettivo, fisso e ossessivo, entrando in empatia con la solitudine e la disperata ricerca di fuga di uno scimpanzé in gabbia nello zoo di Belgrado. E mimetizza trappole dentro una natura apparentemente incontaminata, «generando il processo, ha detto la Sossai, di identificare chi guarda, normalmente predatore, con il punto di vista della preda».

Lazzarini lavora con i suoi disegni «Fantômes» su un piano più sottile e distaccato. L’isola di San Domino alle Tremiti è trasposta in un modello in cera, fragile, al calore si scioglierebbe come i ghiacci. «Nella sua florida natura, spiega l’autrice, si nasconde un pericolo che non possiamo vedere: soprannominata “l’isola dei femminielli”, in epoca fascista era luogo di confino per i sospettati di omosessualità. Ma, strappati violentemente alle loro vite e ai loro affetti, molti di loro decisero poi liberamente di restare: solo qui potevano vivere il loro amore e la loro identità, la storia è sempre molto più complessa di quanto pensiamo».

© Riproduzione riservata
Calendario Mostre
Altri articoli di Camilla Bertoni