La Roma dell’Ottocento a Villa Farnesina
Il conte Primoli e le trasformazioni del duca di Ripalda nel XIX secolo in quel «luogo magico»

Il conte Giuseppe Primoli (1851-1927), bibliofilo, fotografo e collezionista, così si definiva, in rapporto alla città di Roma: «Sono abbastanza straniero per visitarla e abbastanza romano per capirla». Alla sua figura, intrecciata a quella di Salvador Bermúdez de Castro, duca di Ripalda, è dedicata la mostra «L’Ottocento a Villa Farnesina. Il duca di Ripalda, il conte Giuseppe Primoli e Roma nuova Capitale d’Italia».
Dal 12 gennaio al 25 febbraio, è proprio Villa Farnesina (ora sede dell’Accademia Nazionale dei Lincei) a ospitare l’esposizione, in cui a fare da sfondo all’incontro dei due personaggi è una Roma in rapido mutamento. Nel 1861 lo spagnolo duca di Ripalda (1817-83) aveva ricevuto Villa Farnesina in enfiteusi per novantanove anni da Francesco II di Borbone.
«Oggi il fortunato proprietario del palazzo è il cortese duca di Ripalda», scrive nelle sue acute memorie romane Primoli che, tornato in città nel 1871 da Parigi, conoscerà il duca e ne frequenterà la sontuosa dimora: «Che luogo magico! Quando leggo la descrizione di un palazzo meraviglioso, è sempre la Farnesina che compare davanti ai miei occhi. Che dire di quella vasta sala di cui Raffaello e i suoi allievi hanno dipinto la volta. L’Olimpo è in lizza con il Paradiso».
La mostra, curata da Virginia Lapenta e Valeria Petitto, restituisce, attraverso documenti, fotografie, opere, e con l’ausilio di una sala multimediale, la temperie culturale ottocentesca e le trasformazioni che l’edificio subì nel XIX secolo. Tra queste, figurano le ornamentazioni pittoriche a finti tendaggi che il duca di Ripalda vi fece realizzare, e che ancora parzialmente si conservano, ad esempio, nella Loggia di Galatea e nella cosiddetta Sala del Fregio.
Ancora, grazie alla collaborazione con la Sovrintendenza capitolina e con l’École Française de Rome, una sezione della mostra racconta il tratto delle Mura Aureliane visibile all’interno del giardino della Villa: uno dei pochi resti dell’antica cinta muraria, sulla riva destra del Tevere, scampato al rinnovamento viario e urbanistico della giovane capitale.