La rivoluzione dell’AI approda a PhotoVogue
L’ottava edizione del festival in arrivo a Base Milano esplora i limiti e le possibilità dell’intelligenza artificiale per far luce sul futuro della creatività umana

Sin dalla sua creazione, nel 2016, il PhotoVogue Festival è andato inserendosi nella scena fotografica contemporanea come una piattaforma incentrata sull’analisi di tematiche capaci di avvicinare la dimensione etica ed estetica a partire dalla lente dei nuovi talenti della fotografia internazionale. Nato su volontà di Alessia Glaviano (oggi Head of Global PhotoVogue) come il primo festival di fotografia di moda consapevole, nel corso degli anni l’evento si è fatto portavoce di riflessioni sullo sguardo femminile, l’importanza della diversità in campo creativo, l’evoluzione del concetto di mascolinità e la necessità di «rinquadrare» le narrazioni egemoniche dettate dalla storia occidentale.
Lo scorso autunno, la sua settima edizione, intitolata «Che cosa direbbe Susan Sontag?», ha esaminato l’impatto del flusso continuo di immagini che monopolizza la nostra esperienza del presente, stimolando un dialogo sull’evoluzione (o involuzione?) della nostra ricettività sensoriale, emotiva e cerebrale nei confronti di ciò che ci circonda.
Dal 16 al 19 novembre, Base Milano torna a ospitare PhotoVogue per fare il punto sulla trasformazione visiva messa in atto dall’avvento dell’intelligenza artificiale e rispondere alla domanda «Che cosa ci rende umani?». «Il nostro intento è affrontare le implicazioni etiche, estetiche e politiche di questa tecnologia rivoluzionaria, spiega Glaviano. Insieme, esploreremo il potenziale dell’AI di rimodellare la nostra comprensione della creatività, dell’esistenza umana, e la vera essenza di come comunichiamo e trasmettiamo le nostre visioni al mondo».
Concepito come un vero e proprio simposio culturale cocurato da Francesca Marani, Chiara Bardelli Nonino, Daniel Rodríguez Gordillo e Caterina De Biasio, l’evento comprende letture portfolio, tavole rotonde con ospiti di rilievo internazionale, cinque collettive protagoniste del vasto programma pubblico del festival, e numerose iniziative a sostegno di creativi sottorappresentati nel panorama artistico odierno.
A fare da pilastri portanti dell’offerta curatoriale di quest’edizione sono il concetto di bellezza, osservato tanto nella realtà analogica quanto attraverso il filtro tecnologico dell’AI; il convergere di paesaggi fisici e mentali alimentato dal processo di creazione Cgi; la lotta degli artisti visuali contro l’appiattimento del linguaggio visivo contemporaneo; e la femminilità spagnola, ritratta a 360 gradi in occasione del 35mo anniversario di «Vogue Spagna».