La rinascita della Natività

La Basilica di Betlemme in mostra e online dopo dieci anni di restauri

I mosaici di età crociata dopo l'intervento di restauro © Alessandro Fichera
Alessandro Fichera |  | RIMINI

Dopo un restauro durato quasi dieci anni, la Basilica della Natività di Betlemme torna a risplendere in tutta l’originaria bellezza. Il luogo della nascita di Gesù viene restituito ai fedeli di tutto il mondo, moderni pellegrini sulle orme di donne e uomini che nel corso dei secoli hanno venerato uno dei simboli più importanti per l’intera umanità.

Attraverso le scoperte dei nuovi scavi archeologici e dei complessi interventi di restauro, la mostra «Bethlehem Reborn. Le meraviglie della Natività» documenta (al Palacongressi e anche online su meetingrimini.org) la storia di una devozione che si rinnova. Dall’epoca dei primi cristiani, che veneravano una semplice grotta, all’età degli imperatori bizantini, che costruirono le più magnificenti basiliche dell’antichità, successivamente fortificate e sfarzosamente decorate dai cavalieri fondatori del Regno Crociato di Gerusalemme.

Il percorso espositivo si spinge fino ai giorni nostri, passando da un lungo periodo di abbandono e degrado che aveva messo in serio pericolo le architetture del monumento fino quando, grazie a uno storico accordo, l’Autorità Nazionale Palestinese ha impegnato ingenti risorse economiche e professionali per gestire un progetto di restauro in condizioni sociali, politiche e diplomatiche molto delicate, armonizzando le istanze delle tre comunità religiose.

Una mostra diversa da quella proposta al Meeting di Rimini nel 2016, che aveva come fulcro della narrazione il lavoro e la sapienza artigianale e scientifica di una grande azienda di restauro italiana, la Piacenti SpA di Prato. L’idea centrale del nuovo percorso espositivo ha nel progetto di restauro che sta per concludersi il fil rouge che permette di ricucire una storia molto più grande: quella del monumento più antico della cristianità.

Per la prima volta nella storia possiamo ricostruire, attraverso gli interventi di restauro e di scavo archeologico, un ampio racconto che abbraccia tutto lo spazio della Basilica, dal sistema di grotte al tetto, e l’evoluzione cronologica, dalle fasi più antiche a quelle contemporanee.

Un racconto che va oltre la storia politica e quella dell’arte accompagnando il visitatore a riscoprirsi moderno pellegrino, narrando attraverso la voce e le cronache dei fedeli la storia della devozione fatta di riti, preghiere e secoli di pellegrinaggi verso la Basilica.

Il percorso si svilupperà in versione fisica al Palacongressi di Rimini e in versione virtuale su una piattaforma dedicata (meetingrimini.org) dove troveranno spazio tantissimi contenuti inediti, andando così incontro alle attuali norme ed esigenze di sicurezza sanitaria. La mostra, fortemente voluta e sostenuta dall’Ambasciata dello Stato della Palestina presso la Santa Sede in collaborazione con la Fondazione Meeting per l’Amicizia fra i popoli, vuole promuovere e far conoscere al mondo intero il volto rinnovato di un Paese e di un luogo restituito al mondo e alle comunità cristiane di Betlemme e della Palestina.

Un’esperienza di conoscenza e spiritualità destinata a cambiare il concetto di restauro e di pace, uno scorrere di emozioni simile a quel fiume di pellegrini provenienti da tutto il mondo che ogni giorno si inchinano davanti a tanta bellezza per varcare la piccola porta dell’Umiltà.

La narrazione è affidata ai testi dell’archeologo Alessandro Fichera e dei restauratori della Piacenti SpA, ai video di Tommaso Santi, sceneggiatore e regista, autore del pluripremiato documentario «Restaurare il Cielo», alla storica dell’arte Mariella Carlotti, già curatrice della mostra del 2016, e a Taisir Hasbun, scenografo ed editore di origini palestinesi da lunghi anni residente in Italia.

© Riproduzione riservata La navata della Basilica con le pitture su colonna e in basso i mosaici appartenenti alla Basilica costantiniana © Matteo Piacenti