La più bella edizione della Biaf di Firenze
Ha caratterizzato la XXXI Biennale, l’anarchico accostamento di antico, moderno e contemporaneo. Ma la parte del leone l’hanno fatta i grandi nomi del passato

A chi il primato? Il direttore Fabrizio Moretti sostiene che per l’arte italiana non ci sono discussioni: solo la Biennale Internazionale dell’Antiquariato con sede a Palazzo Corsini (21-29 settembre) può considerarsi un «museo in vendita», per la qualità dei pezzi selezionati, e ulteriormente riselezionati (con qualche amaro distacco dalla parete imposto il giorno prima dell’apertura alla stampa), da un severissimo vetting, composto da studiosi italiani e stranieri, tale da sfidare qualsiasi sospetto di conflitti di interesse.
La Biennale, inaugurata con la serata di gala a Palazzo Corsini e i consueti fuochi di artificio sull’Arno, tradizione fiorentina di stampo mediceo, si svolgeva con un certo fervore già durante la preview affollatissima di collezionisti e direttori di musei internazionali con l’immediata comparsa dei bollini rossi a testimoniare vendite già avvenute, convegno di una
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