La Natività nell’arte | Francesco De Mura Cammelli

Gli auguri della casa editrice con opere scelte dai suoi autori | Cavalli e piante carnivore nel presepe galante dell’abside della Chiesa della Nunziatella a Pizzofalcone, dipinto nel primo Settecento dal Franceschello

L’abside della Chiesa della Nunziatella con il presepe galante di Francesco De Mura
Stefano Causa |

La nascita di Gesù è un racconto che non cambia, ma si rinnova sempre. Lo puoi fare umano e terreno: ammesso tu sia Caravaggio. Lo risolvi a sagra paesana dove accorrano ricchi e morti di fame (basta tu sia gentile, e meglio se da Fabriano). Lo puoi inscenare per dar modo ai notabili (e ai loro cavalli) di sfoggiare abito e gualdrappa migliori (Domenico Veneziano nel tondo di Berlino). Lo puoi asciugare suonando solo le note giuste e lavorando di pause solenni (Masaccio nella predella del polittico di Pisa). E lo puoi fare così vero da renderlo iperrealistico: ma a patto che tu venga dalle Fiandre al soldo dei Portinari. Il catalogo è infinito: il presepe è una cosa seria.

Nel primo ’700 Francesco De Mura lo immaginò in «stile galante». Quando i gesuiti lo mandarono a chiamare per decorare l’abside della Chiesa della Nunziatella sulla collina di Pizzofalcone aveva poco più di trentacinque anni ed era il più bravo su piazza. Lo andava dicendo il maestro stesso, Francesco Solimena, nell’intento, più o meno inconscio, di diminuirne la portata (guardate Franceschiello come mi sa imitare bene!). Ma lui non era la scimmia di nessuno. Al limite, il Giulio Romano di Solimena. In chiesa capì subito cosa fare. Un presepe squillante e scenografico come un sipario.

L’architetto Ferdinando Fuga la Nunziatella l’aveva resa un tesoretto rococò: al punto che dentro hai l’impressione di stare al Belvedere di Vienna, a Torino o a Wurzburg (viaggiare senza muoversi da Napoli! un miraggio anche in stagioni pandemiche in via di presunto esaurimento). De Mura aveva in mente il teatro e mise su una compagnia di giro conveniente. Cammelli, cavalli, uomini di fatica, Re Magi, angeli caduti in volo e piante ornamentali all’occorrenza carnivore: tutti fece muovere, con leggerezza e senza sforzi, contro un cielo bianco e oro spudoratamente finto.

Per i clavicembalisti suoi amici suonare in modo galante significa accarezzare l’ascoltatore senza complicazioni contrappuntistiche. Pergolesi, Scarlatti senior o Francesco Durante, per citarne solo tre, seguono un codice fluido e cantabile. De Mura provò nientemeno che a metterlo in figura. E a Napoli, capitale europea della musica (quattro conservatori e il San Carlo prossimo venturo) divenne il pittore più orecchiabile del mondo.

LA NATIVITÀ NELL'ARTE

© Riproduzione riservata
Altri articoli di Stefano Causa