La moda africana. Una forma d’arte

Al Victoria and Albert Museum, oltre 250 oggetti esposti, tra cui 70 nuove acquisizioni, provengono in larga parte dalle collezioni del museo. Non mancano opere giunte dai più iconici stilisti africani del XX secolo come Shade Thomas-Fahm, Chris Seydou, Kofi Ansah e Alphadi

La collezione Aṣọ Lànkí, Kí Ató Ki Ènìyàn («Salutiamo l’abito prima di salutare chi lo indossa») del brand Lagos Space Programme. Foto Kadara Enyeas
Elena Franzoia |  | Londra

Indiscusso mattatore della scena culturale internazionale, il Continente Nero è protagonista della grande mostra estiva del Victoria and Albert Museum «Africa Fashion» (2 luglio-16 aprile 2023), sponsorizzata dal giornalista e filantropo britannico Gregory Annenberg Weingarten e da Merchants on Long, concept store di Città del Capo che promuove stilisti emergenti e pratiche sostenibili «Made in Africa».

Gli oltre 250 oggetti esposti, tra cui 70 nuove acquisizioni, provengono in larga parte dalle collezioni del museo, ma non mancano opere giunte dagli archivi personali di alcuni dei più iconici stilisti africani del XX secolo come Shade Thomas-Fahm, Chris Seydou, Kofi Ansah e Alphadi. Spazio anche alla creatività contemporanea con le opere degli stilisti oggi più influenti, come Imane Ayissi, IAMISIGO, Moshions, Thebe Magugu e Sindiso Khumalo.

«La mostra presenta la moda africana (o meglio, le mode africane) come una forma d’arte che si autodefinisce, rivelando la ricchezza e la diversità delle storie e delle culture del continente, afferma la curatrice Christine Checinska. Vorremmo dimostrare come a partire dagli anni dell’indipendenza e della liberazione, che diedero vita a un radicale riordino sociale e politico del continente, la moda insieme alla musica e alle arti visive abbia costituito una parte fondamentale della rinascita culturale africana, alla base della rivoluzione di oggi.

La mostra esplora anche come il mondo digitale abbia accelerato l’espansione industriale, trasformando irreversibilmente le mode globali anche grazie a celebrities e social media. Risponde inoltre all’impegno del V&A a implementare la collezione permanente di opere di designer africani e diasporici
».

Numerose le sezioni espositive. Al piano inferiore, dedicato ai pionieri, dopo la sala introduttiva dedicata al camerunense Imane Ayissi si trovano Rinascimento culturale africano, Politica e Poetica del tessuto, l’Avanguardia, Catturare il cambiamento.

Al piano superiore Minimalism, Mixology, Artisanal, Afrotopia, Sartorialists, Adornment e Co-Creation raccontano lo sfaccettato mondo di oggi, con testimonial d’eccezione come l’architetto David Adjaye e la moglie.

© Riproduzione riservata
Calendario Mostre
Altri articoli di Elena Franzoia