La mise-en-scène di Bob Wilson per il «Trovatore»

Una scenografia sobria e rigorosa, con ricorrenti citazioni iconografiche alla storia dell'arte

Una foto di scena di «Il trovatore» allestito da Bob Wilson al Teatro Comunale di Bologna. Foto: Lucie Jansch - Marco Spotti - Ferrando
Giovanni Pellinghelli del Monticello |

Bologna. Il 22 gennaio, per l’apertura della Stagione Lirica 2019, è andato in scena al Teatro Comunale di Bologna «Il Trovatore» di Giuseppe Verdi (1853) con regia, scene e luci e consulenza sui costumi di Bob Wilson (Waco, Texas, 1941), video-artista e regista americano che dagli anni di Einstein on the Beach (1976) si è sempre più applicato alla coniugazione della Light Art e della Video Art con la regia e messa in scena dell’opera lirica.

Caratteristica delle mise-en-scène di Bob Wilson è la rigorosa sobrietà della scenografia, perfino ascetica e scabra. Anche in questa del Trovatore hanno ruolo focale, da un lato, la luce (sia bianca sia colorata e sempre scandita con presenza/assenza a seguire la musica) e, dall’altro, la contaminazione con altre forme espressive (video, proiezioni, performance interattive alla trama dell’opera…). A corollario, presenze in scena di figure
...
(l'articolo integrale è disponibile nell'edizione su carta)

© Riproduzione riservata
Altri articoli di Giovanni Pellinghelli del Monticello