LA MALA ARTE | Il crimine non paga

In Italia, dicono galleristi, antiquari, case d'asta e altri operatori, il delitto è quasi impossibile

Michela Moro |

«L’arte è sempre passata di mano in mano, ed è molto importante che l’arte di buona qualità sia costosa. Si proteggono solo le cose che hanno valore, se non hanno un valore finanziario la gente non ne ha cura»: esordisce così Simon de Pury nel film dedicato al legame tra arte e mercato «The Price of Everything» di Nathaniel Khan (2018). Se il valore intrinseco dell’opera d’arte è inconfutabile, oggi più che mai il processo di legittimazione artistica passa attraverso la formazione del valore economico, aspetto sostanziale in un mercato mondiale valutato 67,4 miliardi di dollari.

Questo fa sì che il prezzo, con tutto ciò che ne deriva, sia considerato un principio di qualità e il principale oggetto d’attenzione quando si parla di mercato dell’arte. Art-net titola il suo Intelligence Report 2019: «Benvenuti nel mondo dell’Industria dell’Arte (Il Mondo dell’Arte è finito)»,
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