La libertà nella clausura | MIMMO PALADINO

Le voci degli artisti nel coprifuoco da coronavirus

Mimmo Paladino di fronte a una sua opera
Franco Fanelli |

«Gli artisti le quarantene se le prendono comunque, soprattutto chi lavora su pittura e disegno, più abituato a un'idea monacale, che si è sempre praticata nei secoli. So che molti artisti oggi lavorano senza avere uno studio, ma il mio caso è molto diverso. Dovunque sia andato e mi sia fermato per qualche tempo ho sempre sentito la necessità di avere uno spazio mio, un tavolino, una stanzetta. Il luogo e lo spazio in cui lavoro influiscono su ciò che faccio.

Milano, ad esempio, dove mi trovo in questo momento, mi è congeniale al disegno, cosa che non mi accade nello studio di Paduli. Ora non ho scadenze, non ho una mostra imminente, eppure sono qui, con il cavalletto, i colori (mi arrivano da Roma, perché io soffro di astinenza per due sole cose: i colori e le sigarette) e tre tele, una rossa, una gialla e una blu, esattamente come prima dell'emergenza da coronavirus. Ciò che cambia è che sto
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