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Chiara Coronelli
Leggi i suoi articoliÈ nell’ambito della manifestazione «Era una notte. Memorie della Grande Guerra», che si è inaugurata «D’armi e d’uomini», la personale di Paolo Ventura a cura di Alberto Zanchetta allestita fino al 26 aprile al Museo d’Arte Contemporanea di Lissone.
La mostra, che si inserisce nel programma sviluppato intorno al tema del primo conflitto bellico, espone un gruppo di opere che Ventura ha realizzato ispirandosi ai «tempi eroici e funesti» che seguono la dichiarazione di guerra dell’Italia all’Austria-Ungheria.
La sua fotografia ricrea una realtà allestita in studio, fatta di scenari che lui stesso dipinge, di interni dove agiscono manichini e attori. Dall’inedita «Morte e resurrezione di Giovannino D.», a «I gemelli», dove lui e il fratello duellano indossando le divise degli eserciti nemici, fino alla serie «Il soldato di Napoleone», Ventura si muove tra le memorie dell’interventismo futurista e guerrafondaio, e il sacrificio delle vittime, affiancando alle immagini testi, oggetti e costumi di scena, che amplificano l’alternanza ambigua tra realtà e finzione.
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