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La filosofia per immagini che favoriva il pensiero

Loretta Vandi

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The Art of Philosophy di Susanna Berger (che riecheggia The Art of Describing di Svetlana Alpers) è uno studio storico-culturale basato su immagini. Il testo prende in considerazione metodi di apprendimento della filosofia diffusi nelle università dal XVI al XVIII secolo, specialmente a Parigi e Lovanio. Secondo la Berger, insieme ai testi, la filosofia veniva insegnata attraverso immagini come quelle presenti su ampi fogli stampati con serie di figure allegoriche. Questa consuetudine aveva reso possibile anche agli studenti di impiegare simili immagini nei loro quaderni di appunti. La storia dell’arte ha lasciato ai margini, o non ha affatto considerato, tutto questo materiale, in quanto appartenente alle cosiddette «immagini didattiche» senza alcuna esplicita pretesa di artisticità. La tesi fondamentale della Berger è che la varietà di stampe, disegni e scrittura a mano presenti nei quaderni di appunti degli studenti di filosofia a Parigi e Lovanio rivela in modo sorprendente quanto le immagini avessero messo radici nell’educazione e nel pensiero filosofico del XVII secolo. Queste stampe e disegni (metafore, analogie e allegorie) che compaiono sia all’inizio che alla fine dei manoscritti, sarebbero stati dei tentativi da parte degli studenti di scoprire interconnessioni tra le diverse idee filosofiche funzionando da veri strumenti interpretativi.
L’autrice vede il quaderno di appunti come uno spazio immaginario: giardini, costruzioni, paesaggi da attraversare perseguendo la conoscenza. Così, questa ricerca attraverso le immagini, nella quale, tuttavia, dubbi, oscurità, errori e ripensamenti erano esorcizzati, non presentava particolari ostacoli ma l’immaginazione degli studenti avrebbe compensato questa assenza.

Dal momento che il materiale visivo in se stesso è considerato un modo di pensare filosofico (il «pensiero visivo» di Rudolf Arnheim, che la Berger accetta acriticamente), sarebbe stato opportuno chiarire due punti: prima di tutto la non identità tra immagine visiva e immagine mentale, la seconda, in effetti, non essendo necessariamente un’immagine (a questo riguardo, si veda Piaget); e poi la differenza tra ordinare visivamente concetti filosofici e pensare filosoficamente attraverso immagini. Sarebbe normale se la Berger sostenesse che le immagini utilizzate dagli studenti facilitavano la memorizzazione dei concetti e, di conseguenza, l’interpretazione. Tuttavia la sua tesi va al di là di questo, proponendo che le immagini assortite in un gioco wittgensteiniano stimolavano nuovi pensieri. La connessione tra la facilitazione mnemonica e la possibilità di argomentare in modo critico sembra richiedere, oltre alla composizione personale delle immagini, anche una scelta personale delle stesse. Questo senz’altro avveniva, ma in fondo quello che era richiesto agli studenti da parte dei docenti non era l’originalità nell’uso delle immagini bensì il possesso di nozioni verbali da utilizzare in modo argomentativo.

Uno dei termini che la Berger usa di frequente è «l’immagine multipla» («plural or multiple image») cercandone gli antecedenti in immagini sia immateriali, raccolte nella memoria (Aristotele) che materiali, nelle concrete opere d’arte di secoli precedenti (Andrea Pisano, Niccolò di Giacomo, Andrea Orcagna e Raffaello), non distinguendo tuttavia tra le incisioni usate dai docenti e i collage creati dagli studenti, che senza dubbio costituiscono una scoperta dell’autrice.
È evidente che la Berger ha voluto rivalutare produzioni lasciate ai margini e lo ha fatto cercando di ricostruire ambienti di apprendimento, puntando sulla funzione e non sul valore artistico delle immagini. Forse l’autrice ha voluto suggerire che la funzione di tutte le immagini didattiche, anche di quelle «artistiche», religiose e non, deve essere riconsiderata e, affinché diventino veramente utili, l’unica via sarebbe poi quella dell’appropriazione «materiale» di esse che solo la stampa avrebbe reso possibile.


The Art of Philosophy: Visual Thinking in Europe from the Late Renaissance to the Early Enlightenment, di Susanna Berger, 318 pp.,  30 illustrazioni a colori e 169 in bianco e nero, Princeton University Press, Princeton 2017,  € 49,64

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Loretta Vandi, 17 ottobre 2017 | © Riproduzione riservata

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