
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Arte
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Vernissage
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Economia
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale delle Mostre
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Vedere a Venezia
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Arte
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Vernissage
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Economia
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale delle Mostre
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Vedere a VeneziaVerifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
A Palazzo Antinori Giovanni («il Canaletto fiorentino») e Telemaco, attori di una città in fermento
- Laura Lombardi
- 18 settembre 2019
- 00’minuti di lettura


«Una mattinata sull’Arno (Renaioli sull’Arno)», di Telemaco Signorini

Laura Lombardi
Leggi i suoi articoli«La Firenze di Giovanni e Telemaco Signorini» (dal 19 settembre al 10 novembre), a cura di Elisabetta Matteucci e Silvio Balloni, è un progetto che nasce dalla scoperta di un carteggio inedito tra Telemaco Signorini, il padre Giovanni e il fratello minore Paolo.
La sede scelta, Palazzo Antinori, ben rappresenta l’immagine di una «fiorentinità» che i dipinti della «dinastia» dei Signorini esprimono. Quella Firenze colta di Giovan Pietro Vieusseux, Pietro Giordani e Niccolò Tommaseo, poi di Diego Martelli e Carlo Lorenzini, nella quale Giovanni (1808-64), meno conosciuto oggi dal largo pubblico, rispetto al figlio Telemaco, era invece artista noto e apprezzato, e soprannominato, per le sue qualità di vedutista, prediletto da Leopoldo II di Lorena, «il Canaletto fiorentino».
Realizzata dall’Istituto Matteucci la mostra riunisce opere note, alcune della Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti, insieme ad altre ancora inedite al pubblico, a testimoniare la svolta nella concezione della pittura di paesaggio in Toscana, dalla raffigurazione tardoromantica, che aveva per modelli i seicentisti Claude Lorrain e Nicolas Poussin, a un’estetica moderna, quella sperimentale della «macchia» in linea con le ricerche europee.
Oltre sessanta dipinti, affiancati da significativi confronti, e suddivisi nelle otto sezioni del percorso, testimoniano un momento vivissimo della città, che accoglie artisti e letterati italiani e stranieri in un clima culturale illuminato sotto la dinastia Lorena e poi, dopo la loro pacifica «cacciata», anche meta di rifugiati politici. Senza però dimenticare la dimensione domestica di certe opere, ambientate nelle dimore aristocratiche o di quelle contadine, che molte opere colgono con grande sensibilità. La mostra è realizzata con il contributo di Same Deutz-Fahr Italia Spa, Intesa SanPaolo.

«Una mattinata sull’Arno (Renaioli sull’Arno)», di Telemaco Signorini