La collezione Torlonia finirà in America?

Due Fauni in lotta, gruppo scultoreo in collezione Torlonia
Federico Castelli Gattinara |

Roma. Vexata quaestio quella della collezione Torlonia, mai risolta neanche dopo che negli anni Settanta le 620 opere perlopiù di scultura romana (ma non solo, basti citare gli affreschi della «Tomba François» di Vulci e diversi capolavori di statuaria greca di V e IV secolo a.C.), la più importante collezione privata d’arte antica del mondo, sono state sfrattate dalle 77 sale del palazzo di via della Lungara e accatastate nelle sue cantine. Palazzo che, con un espediente, è stato ritagliato in 91 miniappartamenti da Alessandro Torlonia, nipote dell’omonimo fondatore del museo (1859).

Oggi, come riferisce Carlo Alberto Bucci sulle colonne del quotidiano «la Repubblica», un gruppo di magnati americani che millanta rapporti con la fondazione Getty di Malibu, cerca di metterci le mani sopra, pare offrendo cifre favolose ai discendenti Torlonia, che per ora non confermano né smentiscono. Dell’affare, che a
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