La classifica mondiale delle mostre più visitate

Si può parlare di numeri dopo due anni di pandemia e una guerra in corso? È possibile guardare all’andamento delle mostre senza pensare al futuro che attende l’economia dell’arte? I dati indicano una fuga del pubblico verso mondi artificiali e paralleli, da Jeff Koons a un Damien Hirst riciclato

Un particolare di «Allegoria Sacra. Angeli e Bambino» (2020) di AES+F © Collezione Alexei e Vera Priyma
Franco Fanelli |

Una delle mostre più visitate del 2021 s’intitolava «A Shadow of the Soul but Slightly Sharper» (letteralmente «Un’ombra dell’anima ma leggermente più nitida»). Si è svolta al Multimedia Art Museum di Mosca, staccando 243.172 biglietti. Era una panoramica sull’arte contemporanea russa, con molte opere realizzate durante i mesi più duri del Covid-19. C’erano anche gli AES+F che, ispirandosi a una «Sacra conversazione» di Giovanni Bellini, immaginavano un Rinascimento prossimo venturo dopo la peste del nuovo millennio. Un nuovo mondo, una nuova era con tanto di un neonato Messia, un bambino mutante. A pensarci ora, visto come stanno andando le cose, si direbbe che l’ipotesi di un Gesù postumano è persino troppo ottimistica.
Ha senso parlare di numeri a proposito delle mostre dopo due anni di pandemia? Su tutte le ruote, da New York a Milano, da Hong Kong a Berlino, esce sempre lo stesso numero: 19, quello dell’anno che oltre a contrassegnare la nuova Sars, ha posto temporaneamente fine a decenni di abbuffate di visitatori. Nel 2019 1,423 milioni di appassionati si accalcavano intorno a Tutankhamon a Parigi, tramutando il faraone in re delle mostre di successo. In 523mila e oltre andarono a vedere la Biennale di Venezia, che fu la regina delle rassegne italiane e che ha dovuto spostare a questa primavera l’edizione prevista nel 2021. Diciamo allora che i dati dei musei rivelano una ripresa lenta dopo il crollo (-77%) del 2021. Dai 230 milioni di visitatori del 2019 si è passati ora ai 71 milioni del 2021. L’imprevedibilità delle varianti virali e una guerra in corso in Europa dagli esiti incerti forniranno molto materiale d’ispirazione per gli artisti contemporanei, ma che gli stessi artisti avranno di fronte un futuro espositivo paragonabile a quello pre Covid e pre Ucraina è tutto da vedere. Il che vale anche per gli artisti che non hanno un nome ma che ci hanno lasciato splendide testimonianze delle loro epoche, o per gli artisti che un nome l’hanno mantenuto nei secoli.
Sarà l’impressione destata dalla visione inquietante dei monumenti e dei musei di Leopoli, Odessa e di Kiev a rischio attacchi missilistici, ma se l’allargamento della tensione internazionale (estesa ora dagli attentati di matrice fondamentalista islamica alle bombe lanciate da una superpotenza mondiale su una Nazione europea indipendente) dovesse ulteriormente acuirsi, si prevedono tempi difficili per i prestiti di opere necessarie alle grandi mostre. E suonano terribilmente futuribili le parole dello storico dell’arte (e collaboratore di questo giornale) Marco Riccòmini: «Penso che i curatori potrebbero mettersi nei panni dei colleghi ucraini e potrebbero eleggere una stanza nella quale segnare le opere da portare in salvo e quelle da lasciare indietro. Un gesto simbolico che potrebbe fare capire a tutti gli amanti dell’arte che cosa sta accadendo in questi giorni in Ucraina». Una sorta di devastante «scelta di Sophie», un invito da estendere agli stessi visitatori di mostre e musei.
I numeri di cui tenere conto, purtroppo, oggi non sono quelli dell’arte e delle sue kermesse. Eppure… I primi servizi giornalistici trasmessi dalle città ucraine sotto attacco mostravano dettagli quasi paradossali: lo speaker del tg di turno parlava di attacchi aerei da poco terminati e alle sue spalle si vedevano persone salire sugli autobus, uomini e donne che andavano al lavoro, automobili ferme ai semafori in attesa del verde. Un mondo parallelo, cioè quello consueto, dettato dalle necessità imposte da una vita che si aggrappa finché può alla normalità. Allo stesso modo, mentre milioni di persone sono costrette a passare dalla condizione di normali cittadini a quella di profughi (i trasportini con gli animali da compagnia al seguito sono l’agghiacciante dettaglio che tramuta potenziali turisti in un popolo in fuga), mentre si spera che dalle centrali nucleari sotto assedio non si scatenino apocalissi di varia portata, mentre, diciamo la verità, cominciamo a innervosirci un po’ tutti per il peso che le sanzioni e la precarietà geopolitica stanno esercitando sulla nostra economia, arriva sulla posta elettronica l’invito per Miart, da Basilea la più importante fiera del mondo annuncia di avere aperto una sede anche nella rampante Parigi, la nuova Londra del mercato dell’arte, e si spera che virus e bombe non danneggino la stagione dopo due anni non propriamente spensierati.
La macchina non può rallentare ulteriormente, perché il circuito cultura-turismo-mostre-festival-musei-fiere riguarda una composita e abbondante fetta di economia e di lavoratori. Che a lavorare ci vanno, esattamente come i cittadini di Kiev o di Odessa, anche in tempi che a tutto fanno pensare tranne che alla contemplazione. L’emergenza riporta l’arte, o quanto meno le sue sovrastrutture, a ciò che è: un lavoro. Per anni il consumismo pseudoculturale ha banalizzato ogni cosa, dal Partenone a «Guernica»; nella tragedia, abbiamo fatto un piccolo passo in avanti: ciò che sembrava banale è diventato normale, cioè reale, umano, persino necessario. La realtà, per quanto triste, è pur sempre un buon antidoto alla vacuità estetica e all’immaterialità di qualsiasi Nft. E in fondo è rassicurante pensare che Van Gogh (307.750 visitatori a Tokyo) resta normalmente un mito per i giapponesi e Monet e gli impressionisti restano normalmente imperdibili per gli italiani (203.721 ingressi a Palazzo Reale a Milano).
Per queste ragioni è difficile analizzare i dati delle mostre di un anno anomalo da poco trascorso senza guardare anche un po’ più avanti, ai mesi che ci aspettano in un mondo in cui la storia continua, con buona pace di quelli che come il politologo Francis Fukuyama che ne proclamavano la fine poco prima della caduta del Muro di Berlino. E in ogni caso alcune tra le mostre di maggior successo di pubblico del 2021 sembrano avere una qualche analogia con quella, la più importante dell’anno, che ci aspetta: la Biennale di Venezia.
Nel 2021 si è scatenata la ricerca di un rifugio in mondi artificiali. Curiosamente, dopo mesi di clausura, 324.987 persone, molte delle quali magari avevano dovuto condividere con il proprio cane l’aiuola sotto casa per prendere una boccata d’aria, la natura sono andate a cercarla in quella artificialmente creata da Olafur Eliasson, star indiscussa delle mostre a pagamento (e senza biglietto integrato con la visita a un museo), a Bilbao. Del resto, vatti a fidare della pioggia (magari acida) o della nebbia (forse tossica) del mondo vero. Ma forse più di Eliasson ha fatto Jeff Koons con la sua disneyland neopop a Firenze e a Marsiglia (352mila e più ingressi in totale). Altri (167.462) hanno seguito Alice nella tana (oggi rifugio antiaereo) di Bianconiglio al Victoria and Albert Museum di Londra.
Moltissimi parigini e non solo (297.893 biglietti al Centre Pompidou) hanno preferito inebriarsi dell’inesistente profumo dei fiori finti di Georgia O’Keeffe.
E che dire dei 142.416 che alla Galleria Borghese hanno voluto vedere, insieme a Bernini e Caravaggio, la mostra in cui Damien Hirst costruisce una una fake news archeologica, tra coralli artificiali e una statuaria ibrida, in cui Mickey Mouse incontra i demoni di William Blake? Si tratta, beninteso, di un’edizione riscaldata della + personale presentata quattro anni prima a Venezia nelle due sedi della Collezione Pinault, trasportata a Roma, uno dei vicereami di Larry Gagosian, come ballon d’essai in un anno turisticamente e quindi musealmente esangue. Altri si sono avventurati in un mondo parallelo senza speranza né sogni, dubitando, visto quel che di infernale succede in terra, che sia tutta opera di fantasia di Dante Alighieri, di cui cadeva il settimo centenario della morte. Dati parziali indicano più di 130mila visitatori di «Inferno», la mostra curata da Jean Clair alle Scuderie del Quirinale di Roma che figurerà nella classifica del prossimo anno in quanto la mostra è stata aperta fino allo scorso 30 gennaio e la nostra raccolta dati considerava le mostre conclusesi entro il 15 gennaio 2022.
Ora ci aspetta una Biennale diretta da Cecilia Alemani, che già come curatrice del Padiglione Italia nel 2017 si era affidata all’ultima dea, la magia. E lo stesso fa ora, votandosi al potere rigenerativo dell’immaginazione invocata dalla «madrina postuma» di questa edizione, Leonora Carrington. Intanto il duo Tosatti-Viola nel prossimo Padiglione Italia ritiene un obbligo morale essere ottimisti, anche se, come dicevano il pensatore armeno Gurdjieff e il cantautore siciliano Battiato (il finale alla russa di questo pezzo è del tutto casuale) «è difficile trovare l’alba dentro l’imbrunire». E, tradotto in napoletano, il titolo del loro padiglione, «Storia della notte e destino delle comete» forse suona come l’eduardiano «ha da passà ‘a nuttata».
La top 10 delle mostre più visitate nel mondo con biglietto dedicato  
Visitatori
totali
Titolo della mostra
Sede
Città
Date
1
324.987
Olafur Eliasson. In real life
Guggenheim
Bilbao
14/2/20-11/4/21
2
307.750
Collezionando van Gogh: La passione di Helene Kröller-Müller per l’arte di Vincent
Tokyo Metropolitan Art Museum
Tokyo
18/9/21-12/12/21
3
297.893
Georgia O’Keeffe
Centre Pompidou
Parigi
8/9/21-6/12/21
4
237.891
Osgemeos: Segredos (Segreti)
Pinacoteca de São Paulo
San Paolo
15/10/20-9/8/21
5
203.721
Monet. Opere dal Museo Marmottan di Parigi
Palazzo Reale
Milano
18/9/21-30/1/22
6
191.165
Capolavori europei dal MoMA
Queensland Gallery of Modern Art
Brisbane
12/6/21-17/10/21
7
185.581
Fotografia americana
Albertina
Vienna
24/8/21-21/11/21
8
184.723
Moroccan Trilogy. 1950-2020
Reina Sofia
Madrid
31/3/21-27/9/21
9
182.932
Jeff Koons Mucem
Mucem
Marsiglia
19/5/21-18/10/21
10
179.329
Vivian Maier
Musée du Luxembourg
Parigi
15/9/21-16/1/22
La top 10 delle mostre più visitate in Italia con biglietto dedicato  
Visitatori
totali
Titolo della mostra
Sede
Città
Date
1
203.721
Monet. Opere dal Museo Marmottan di Parigi
Palazzo Reale
Milano
18/9/21-30/1/22
2
170.012
Jeff Koons. Shine
Palazzo Strozzi
Firenze
2/10/21-30/1/22
3
142.416
Damien Hirst. Archaeology Now
Galleria Borghese
Roma
8/6/21-7/11/21
4
85.000
Monet e gli Impressionisti
Palazzo Albergati
Bologna
29/8/20-21/02/21
5
74.974
Il tempo di Caravaggio. Capolavori della collezione di Roberto Longhi
Musei Capitolini
Roma
16/6/20-2/5/21
6
60.927
Ettore Artini
Museo di Storia Naturale
Milano
27/4/21-31/12/21
7
55.654
American Art 1961-2001: Da Andy Warhol a Kara Walker
Palazzo Strozzi
Firenze
28/5/21-29/8/21
8
46.000
I Love LEGO
Centro Culturale Altinate - San Gaetano
Padova
14/9/21-8/1/22
9
44.849
Enzo Mari curated by Hans Ulrich Obrist with Francesca Giacomelli
Triennale di Milano
Milano
17/10/20-12/9/21
10
40.000
Dante. La visione dell’arte
Musei San Domenico
Forlì
30/4/21-11/7/21
La top 10 delle mostre più visitate nel mondo con biglietto dedicato, gratuito e integrato  
Visitatori totali
Titolo della mostra
Sede
Città
Date
1
548.257
The NGV Triennial 2020
National Gallery of Victoria
Melbourne
19/12/20-18/4/21
2
475.279
Automania
MoMA
New York
4/7/21-2/1/22
3
435.283
Alberi in versi. Giuseppe Penone
Uffizi
Firenze
6/7/21-3/10/21
4
404.843
L’ultimo sigillo. Le Stimmate di San Francesco a La Verna dalle collezioni delle Gallerie degli Uffizi
Uffizi
Firenze
2/10/21-6/1/22
5
324.987
Olafur Eliasson. In real life
Guggenheim
Bilbao
14/2/20-11/4/21
6
317.859
Hong Kong Experience. Hong Kong Experiment
Hong Kong Museum of Art
Hong Kong
30/11/19-30/5/21
7
308.735
Chung Sang Hwa
MMCA Cheongju
Cheongju
22/5/21-26/9/21
8
307.750
Collezionando van Gogh: La passione di Helene Kröller-Müller per l’arte di Vincent
Tokyo Metropolitan Art Museum
Tokyo
18/9/21-12/12/21
9
300.084
Jean-Michel Othoniel. The Narcissus Theorem
Petit Palais
Parigi
28/9/21-9/1/22
10
297.893
Georgia O’Keeffe
Centre Pompidou
Parigi
8/9/21-6/12/21
La top 10 delle mostre più visitate in Italia con biglietto dedicato, gratuito e integrato Visitatori totali
Titolo della mostra
Sede
Città
Date
1
435.283
Alberi in versi. Giuseppe Penone
Uffizi
Firenze
6/7/21-3/10/21
2
404.843
L’ultimo sigillo. Le Stimmate di San Francesco a La Verna dalle collezioni delle Gallerie degli Uffizi
Uffizi
Firenze
2/10/21-6/1/22
3
256.305
Leone X ritorna a Firenze
Palazzo Pitti
Firenze
3/12/20-16/1/22
4
203.721
Monet. Opere dal Museo Marmottan di Parigi
Palazzo Reale
Milano
18/9/21-30/1/22
5
191.410
Lo sfregio. Bernini - Sagaria
Uffizi
Firenze
2/11/21-19/12/21
6
170.012
Jeff Koons. Shine
Palazzo Strozzi
Firenze
2/10/21-30/1/22
7
168.804
AnarcoAracnoAnacro
Area Monumentale Neapolis
Siracusa
26/7/21-31/1/22
8
145.289
Pompei 79 d.C. Una storia romana
Parco archeologico del Colosseo
Roma
9/2/21-27/6/21
9
142.416
Damien Hirst. Archaeology Now
Galleria Borghese
Roma
8/6/21-7/11/21
10
138.787
Ecce Homo: l’incontro fra il divino e l’umano per una diversa antropologia
Villa d’Este, Santuario di Ercole Vincitore
Tivoli
25/6/21-7/11/21
 

© Riproduzione riservata
Altri articoli di Franco Fanelli