La città si fa bella dalla cintola in su
Vicende e iconografia di una reliquia mariana sulla quale la comunità pratese costruì parte della sua ricchezza
Al mito fondativo di Prato è dedicata la mostra «Legati da una cintola. L’Assunta di Bernardo Daddi e l’identità di una città», organizzata dal Comune di Prato, in collaborazione con la Diocesi di Prato, al Museo di Palazzo Pretorio. Curata da Andrea De Marchi e da Cristina Gnoni Mavarelli, la mostra, allestita dal 7 settembre al 14 gennaio negli spazi espositivi recuperati dell’ex Monte dei Pegni, racconta il riscatto di Prato che, da diocesi sottoposta a Pistoia proprio grazie alla reliquia portata dalla Terra Santa nel 1141 dal mercante pratese Michele Dagomari, assurge a luogo di pellegrinaggio frequentatissimo.
«La cintola, un drappo di tessuto, di colore verde di 87 cm in lana finissima, broccata in filo d’oro con ai capi due cordicelle per legarla, spiega Cristina Gnoni Mavarelli, era il cingolo col quale gli apostoli legarono il drappo sepolcrale della Madonna. Moltissime opere furono
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