La Cattedrale di Ferrara è ancora chiusa

Concluso il consolidamento della Sacrestia, ma preoccupano tempi e costi del recupero complessivo a quasi 10 anni dal terremoto

La facciata della Cattedrale di Ferrara prima del terremoto
Stefano Luppi |  | Ferrara

Tra pochi mesi saranno dieci anni dal terribile terremoto del maggio 2012 che fece morti e molti danni ai principali beni storico artistici soprattutto delle province di Ferrara e Modena.

Particolarmente complesso il restauro della Cattedrale ferrarese, ormai chiusa al pubblico dal marzo di due anni fa, causa intervento sulle strutture danneggiate, nonché sulle decorazioni interne e sui prospetti dell’edificio di origine romanica. Una quantità di lavori costosissima, tanto che lo stesso Capitolo diocesano ha calcolato in circa 15 milioni di euro il costo complessivo.

La pandemia ha reso ancora più complicate le operazioni tanto che ora per la riapertura dell’edificio a turisti e fedeli si parla del prossimo Natale. A breve è previsto l’avvio della «progettazione di fattibilità tecnico-economica, definitiva, esecutiva, direzione dei lavori, coordinamento per la sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione relativamente ai lavori di restauro e consolidamento della facciata, del protiro e degli altri prospetti della Cattedrale» (604mila euro).

Si procede, dunque, anche se i tempi paiono ancora lunghi a giudicare dalla mappatura dei danni eseguita nei mesi scorsi parallelamente alla pulizia superficiale degli esterni. In particolare continua a destare preoccupazione il protiro della facciata a rischio sfaldamento e tuttora coperto da un ponteggio. Ci sono, però, anche buone notizie. Grazie alle operazioni di «svestizione» dei pilastri settecenteschi nell’interno sono stati rinvenuti resti di epoca medievale: sono emersi frammenti di colonne di età medievale e fregi decorativi del XII e XIII secolo.

Mentre la facciata tricuspidata è ancora parzialmente nascosta dalle impalcature, è tornata agibile e aperta al pubblico l’antica Sacrestia e l’area cortiliva a ridosso del campanile. Nel presentare la fine di questi lavori monsignor Ivano Casaroli, presidente del Capitolo della Cattedrale, ha annunciato una prossima mostra dei busti dei quattro Apostoli realizzati dallo scultore ferrarese Alfonso Lombardi (1497-1537). Le opere, per lungo tempo in prestito al Polo Museale di Bologna, sono infatti rientrate presso il Capitolo della Cattedrale.

La Sacrestia, spiega Giovanni Lamborghini, archivista del Capitolo e dell’Archivio storico diocesano, «è stata restaurata con la direzione lavori di Francesca Sbardellati e Chiara Montanari, rispettivamente ingegnere e architetto. Sono stati spesi circa 400mila euro, forniti in pare dallo Stato e in parte dal Capitolo, per il miglioramento sismico di questi spazi per molto tempo utilizzati come deposito che erano stati danneggiati dal terremoto e per il restauro degli imponenti armadi e dell’altare. In particolare è stato eseguito il consolidamento delle fondazioni, dei muri, della volta, della copertura, anche con l’inserimento di un sistema di catene a due livelli».

In Sacrestia sono conservati una grande «Deposizione di Cristo» realizzata da Domenico Mona nel 1557, un affresco raffigurante il volto della Madonna, in origine dipinto a muro da artista ignoto e l’ottocentesca «Orazione di Cristo nell’orto» di Girolamo Scutellari.

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