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Chiara Coronelli
Leggi i suoi articoliLa vita, diceva, «l’ho dedicata tutta, senza rimpianti, alle immagini fotografiche». Tanto che, prima di lasciarci lo scorso 18 gennaio all’età di ottant’anni, Cesare Colombo (Milano, 1935) non solo aveva continuato a fotografare, ma anche a guardare immagini, a scriverne, a parlarne.
Sempre vissuto a Milano, con un padre e una madre pittori che lo allenano allo sguardo, molto presto sceglierà l’obiettivo cominciando a frequentare il Circolo Fotografico Milanese, e pubblicando i primi scatti su «Fotografare» e «Ferrania», a metà degli anni Cinquanta.
Come confessò in un’intervista, avrà «una doppia esistenza, durante la settimana costruttore d’immagine dell’impresa, nel tempo libero contestatore visuale col movimento studentesco», facendo convivere l’impegno sociale e le consulenze in strategie di comunicazione per le industrie.
Attraverserà ogni ambito della fotografia, sarà docente, storico, giornalista, curatore, grafico, critico e grande studioso degli archivi.
Una passione per lo sguardo che si ritrova anche tra le pagine de La camera del tempo.
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