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La camera da letto di Ferdinando IV

Silvia Mazza

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Tra gli ambienti della Real Casina alla Cinese (finita tra il 1799 e il 1805), la dimora reale all’interno del Parco della Favorita eletta luogo di delizie dal re di Napoli Ferdinando IV, l’Appartamento del re è composto da tre sale impreziosite da raffinati affreschi orientaleggianti e tessuti stampati, dipinti o ricamati di fattura cinese e indiana. In posizione centrale c’era la Stanza da letto del sovrano: entro otto colonne in marmo bianco sormontate da un coronamento ligneo policromo, si articolavano drappeggi, cortine, frange e nappe in pregiati tessuti serici con al centro un fastoso baldacchino a padiglione e il sontuoso letto regale.

Dall’11 dicembre scorso la stanza è di nuovo visitabile a seguito dell’intervento di riconfigurazione filologica realizzato dagli storici dell’arte e i restauratori dell’Unità operativa per i Beni storico artistici diretta da Maddalena De Luca della Soprintendenza. Un inventario redatto nel 1807 che contiene una puntuale descrizione del baldacchino e del letto, le fotografie d’archivio e gli elementi d’arredo ancora esistenti hanno consentito di procedere alla riconfigurazione filologica dell’arredo. Un’attenta selezione dei nuovi tessuti, accostabili sia stilisticamente sia matericamente ai frammenti originali, e il sistematico reimpiego degli ornamenti restaurati, hanno restituito alla stanza uno dei suoi principali elementi d’arredo interpretando coerentemente lo stile abitativo dell’epoca. 

Si tratta del più importante intervento dal dicembre 2008, quando al termine di un complesso restauro era stato restituito alla fruizione dopo oltre un ventennio di chiusura il capriccio esotico dell’architetto regio Giuseppe Venanzio Marvuglia.

Questo autentico gioiello del patrimonio culturale siciliano attende ancora il recupero di un altro ambiente tanto prezioso quanto poco conosciuto: il Gabinetto delle pietre dure, uno studiolo-gioiello, un unicum probabilmente non solo per la Sicilia, qualcosa di simile al Gabinetto d’ambra di Caterina II a Tsarskoe Selo, sottratto dai nazisti e mai trovato.

Silvia Mazza, 11 gennaio 2016 | © Riproduzione riservata

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