La Biennale delle eredità passate e future

S’intitola «Legacy», intesa come lascito e bagaglio di esperienze da trasmettere, la seconda edizione della Biennale Internazionale della Fotografia Femminile

«Illam City, 25 luglio 2013» di Fatemeh Behboudi
Rica Cerbarano |  | Mantova

Dopo che la pandemia ha impedito lo svolgersi dell’appuntamento inaugurale previsto nel 2020, finalmente è attesa dal 3 al 27 marzo la seconda edizione della Biennale Internazionale della Fotografia Femminile. La rassegna, ideata e promossa da Associazione La Papessa, e realizzata con il sostegno di Comune di Mantova e Provincia di Mantova, riconferma anche per quest’anno la direzione artistica di Alessia Locatelli.

In una società ancora troppo spesso raccontata da uno sguardo maschile e occidentale, che produce inevitabilmente una rappresentazione parziale e filtrata del mondo, BFF vuole essere un punto di riferimento e una piattaforma di supporto per la fotografia femminile e non binaria. L’edizione 2022 si sviluppa intorno al termine «Legacy», inteso come eredità e bagaglio di esperienze da trasmettere, in un momento storico carico di cambiamenti, dove l’essere umano si trova a fare i conti con ciò che gli è stato lasciato per poter agire nel presente e creare un futuro più forte ed equilibrato. Tanto che tutti i progetti esposti, realizzati da fotografe italiane e internazionali, si distinguono per la capacità di sollevare riflessioni sul concetto di lascito generazionale.

Tra questi ricordiamo il lavoro della fotografa documentarista Daniella Zalcman (Washington D.C, 1986), che in «Signs of Your Identity» racconta l’impatto traumatico delle scuole residenziali per bambini indigeni, gestite in Nord America dal governo Canadese; le indagini sulle conseguenze dell’emergenza climatica e della guerra portate avanti dalle due fotografe iraniane Solmaz Daryani (Tabriz, 1989) e Fatemeh Behboudi (Teheran, 1985); la visione di un «Nuovo Patrimonio» nelle immagini di Flavia Rossi (Roma, 1989) che riprende le strutture temporanee a sostegno degli edifici storici feriti da eventi sismici; fino allo studio iconografico dell’artista franco-senegalese Delphine Diallo (Parigi 1977), che in «Highness» ritrae donne rielaborando la tradizione in chiave contemporanea. Previste anche molte iniziative collaterali, come la Open Call per il Circuito Off, le letture portfolio, workshop, presentazioni di libri, premi, conferenze e proiezioni.

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