L’ottovolante del mercato: chi sale e chi scende

Abbiamo rivolto tre domande agli operatori del settore delle vendite all’asta per captare quali sono le tendenze del momento nel mercato

Un’immagine del film «La migliore offerta» di Giuseppe Tornatore
Elena Correggia |

Mariolina Bassetti
Presidente del Dipartimento di Arte del dopoguerra e contemporanea per l’Europa continentale di Christie’s e presidente Christie’s Italia

Quale autore in questa prima parte del 2023 ha rappresentato un exploit nelle aste?
Sicuramente, Salvo è stato l’artista che ci ha maggiormente stupiti. Abbiamo presentato tre opere che hanno performato molto bene, raggiungendo tutte risultati eccezionali. Due erano presentate nell’asta «20th/21st Century Milan Online Sale»: il primo lotto, «Giugno», del 2007, che ha realizzato 126mila euro (stima 45-65mila) e «Senza titolo», del 1986, che ha realizzato 138.600 euro (stima 60-80mila). Un’altra opera di Salvo, un piccolo gioiellino, è stata esitata nell’altra asta della stagione milanese, «Centuries of Beauty – A Refined Private Collection»; si tratta de «Il Pericolo ha i suoi splendori», del 1989, che ha realizzato 81.900 euro con una stima di 5-6mila.

Chi è stato una conferma?
Boetti, che negli ultimi tre anni ha continuato a crescere, anche in questa stagione è stato una grande conferma: abbiamo avuto un risultato globale eccezionale. Tra i quindici lotti presentati nell’asta «20th/21st Century Milan Online Sale», segnalo «Le infinite possibilità di esistere», del 1987, che ha realizzato 113.400 (stima 30-40mila), «Piegare e spiegare», del 1989, che ne ha realizzati 88.200 (stima 25-35mila) e «Mistico romantico», del 1994, che ha realizzato 81.900 (stima 25-35mila).

Chi invece è stato una delusione?
Non posso parlare di nessuna delusione, sono stati tutti risultati importanti, che confermano quanto stiamo registrando come azienda, anche a livello globale. Con le giuste stime e i diversi formati di vendita, il mercato continua a essere vivace e non vediamo l’ora che arrivi la seconda metà dell’anno, in vista della stagione estiva a Londra.
«Giugno» (2007), di Salvo
Sonia Farsetti
Legale rappresentante di Farsettiarte

Quale autore in questa prima parte del 2023 ha rappresentato un exploit nelle aste?

L’autore che ha rappresentato un vero e proprio exploit si è rivelato senza dubbio Salvo. Nella nostra ultima asta di arte contemporanea di maggio, due suoi lavori molto diversi «Senza titolo» del 1984 e «Senza titolo» del 1989 hanno sestuplicato e quintuplicato le loro stime di partenza, raggiungendo rispettivamente la cifra di 45.680 euro e 284.799 euro (diritti inclusi). Anche un lavoro di Carla Accardi, «Nerobiancorosso (Nerobianco)» del 1995 è stato conteso fino a realizzare 83.330 euro partendo da 15mila.

Chi è stato una conferma?

Tra gli artisti le cui opere hanno confermato il loro valore possiamo citare Fontana e Boetti. Nell’asta di arte moderna e contemporanea del 27 maggio, un «Concetto spaziale, Natura» del 1967 è stato aggiudicato dopo alcuni rilanci a 150mila euro (inclusi i diritti) e un «Concetto spaziale, Attese», del 1961 ha raggiunto la cifra di 508.324 euro. Alighiero Boetti si è mantenuto tra i più stabili raggiungendo la cifra di 502.299 euro per un importante ricamo su tela realizzato nel 1988 circa.

Chi invece è stato una delusione?

Il settore che, a nostro parere, avrebbe bisogno di una nuova rivalutazione da parte del mercato è quello delle opere del XIX secolo. Da un po’ di tempo, ormai, solo i pittori che rappresentano le «punte di diamante» raggiungono le giuste aggiudicazioni. Questo indica che su un livello di qualità molto alto le discrepanze di mercato tra i vari periodi storici tendono a ridursi. Ci auguriamo che in futuro questi autori riescano a essere valorizzati come meritano, anche dal punto di vista economico oltre a quello storico artistico.
«Senza titolo» (1989), di Salvo
Georgia Bava e Matteo Gardonio

Responsabili del Dipartimento Arte contemporanea e XIX e XX secolo, Finarte

Quale autore in questa prima parte del 2023 ha rappresentato un exploit nelle aste?

Ottocento: gli exploit si registrano con le Venezie (una veduta di Ercole Calvi, ad esempio, nell’asta del marzo scorso partiva da 1.200 euro e ha fatto 7.650) e con i bronzi (il «Nudo femminile» di Eros Pellini partiva da 3mila euro e ha raggiunto gli 11.430). Arte moderna e contemporanea: Mario Schifano, in ascesa già dallo scorso anno (nell’asta di aprile un suo «Monocromo bianco» del 1960-61 ha realizzato 36.630 euro da una stima di 20-30mila).

Chi è stato una conferma?

Ottocento: si confermano i maestri, come Francesco Hayez, caposcuola indiscusso dell’Ottocento italiano («Odalisca» è stata venduta a 60.570 euro nell’asta di marzo). Arte moderna e contemporanea: Piero Dorazio, sempre molto apprezzato dai collezionisti di tutte le età (nell’asta del 19 aprile «Dopo troppo tempo» del 1973 ha raggiunto 31.590 euro, da una stima di 20-30mila).

Chi invece è stato una delusione?

Ottocento: non possiamo parlare di delusione, ma sicuramente l’Ottocento più di gusto arcadico e campestre riscuote minor interesse in questa fase di mercato. Arte moderna e contemporanea: Vasco Bendini, come testimonia l’invenduto nonostante la buona qualità, l’imponente dimensione e il buon prezzo. Sempre nell’asta di aprile si trattava della tempera acrilica su tela «Lampo d’azzurro (dalla serie Ipotesi d’Attesa)» del 1990, stimata 4-6mila euro.
«Odalisca» (1880), di Francesco Hayez
Freddy Battino
Capo del Dipartimento Arte moderna e contemporanea della casa d’aste Il Ponte

Quale autore in questa prima parte del 2023 ha rappresentato un exploit nelle aste?

Sicuramente Aroldo Bonzagni, artista outsider del mercato di tendenza che, nell’asta del maggio scorso, con l’opera inedita «Danzatrice (Moti del ventre)» del 1911-12, partendo da una base d’asta di 35mila euro ne ha realizzati 119.700. Risultati come questi sono esplicita manifestazione dell’arduo lavoro di ricerca che Il Ponte Casa d’Aste svolge nel rilanciare artisti che definirei «fuori dal coro», rimasti sempre defilati dalle mode ma dalla grande forza espressiva, come nel caso di quest’opera di eccezionale fascino, rarità e storia espositiva. Si tratta di maestri i cui lavori rappresentano un inestimabile patrimonio artistico ancora da valorizzare e che in sede d’asta possono raggiungere exploit sorprendenti, nonché nuovi record mondiali come per Bonzagni, dopo quello del lontano 2004.

Chi è stato una conferma?
Mario Schifano con «Cielo per A.» del 1964, un unicum per qualità d’esecuzione e datazione, si è confermato un artista di grande appeal per i clienti italiani e stranieri. L’opera in sede di gara è arrivata a essere contesa da numerosissimi bidder tra l’online e i telefoni, volando così da una base di 20mila a ben 327.600 euro.

Chi invece è stato una delusione?

Nell’ambito del Novecento più storicizzato direi le opere di medio livello di maestri noti quali Filippo de Pisis, Ottone Rosai, Carlo Carrà e Massimo Campigli. Trattandosi infatti di artisti estremamente prolifici, le loro opere sono premiate e ricercate dai collezionisti solo laddove di eccezionale qualità, datazione e curriculum espositivo: questi i criteri necessari affinché possano fare realizzi per quattro o cinque volte in più delle loro stime minime.
Cielo per A (1964), di Mario Schifano
Lucia Montigiani
Responsabile del Dipartimento Dipinti, sculture e disegni del secolo XIX e coordinatrice dei dipartimenti della casa d’aste Pandolfini

Quale autore in questa prima parte del 2023 ha rappresentato un exploit nelle aste?

L'artista italiano le cui opere hanno registrato i maggiori exploit è Vittorio Matteo Corcos (Livorno, 1859-Firenze, 1933). Il ritrattista livornese ha visto consolidare il suo mercato negli ultimi anni, grazie anche alle numerose mostre e studi critici che hanno giustamente portato all’attenzione della critica le opere di un artista che ebbe tra i suoi committenti le più note e importanti famiglie europee e italiane. Lo sguardo magnetico di Paolina Clelia Silvia Bondi (olio su tavola firmato e datato 1909) è stato il protagonista della vendita di dipinti del secolo XIX, tenutasi a Firenze il 23 maggio scorso. L’opera, stimata 40-60mila euro, ha incantato i collezionisti e ha decretato il nuovo record italiano per l'artista, superando con i suoi 264mila euro (commissioni d’asta incluse) il precedente risultato di 175mila, ottenuto sempre da Pandolfini con «Figura di donna con cane», presentato nella vendita del 29 ottobre 2019. Per il «Ritratto di Paolina Clelia Silvia Bondi» è stato avviato il procedimento di notifica.

Chi è stato una conferma?

L’artista italiano che ha confermato la stabilità del suo mercato è sicuramente Gaetano Chierici (Reggio Emilia, 1838-1920). Il pittore ha sempre registrato una grande ammirazione da parte del mercato italiano e internazionale, ottenendo tra le più alte aggiudicazioni nelle aste di Londra e New York. Nella nostra ultima asta dedicata agli artisti del XIX secolo, una sua opera, «Il Bagnetto», (olio su tela, firmato e datato 1874), è stata aggiudicata a 65.520 euro.

Chi invece è stato una delusione?

Negli ultimi anni abbiamo visto un minore interesse per le opere di artisti di ambito accademico che hanno svolto la loro attività nella prima metà dell’Ottocento e in particolare modo per le opere di soggetto religioso e storico. Mentre le vedute di città dello stesso periodo registrano ancora una certa vivacità di mercato, per gli altri soggetti l’interesse dei collezionisti e dei galleristi ha decisamente avuto una flessione.
«Ritratto di Paolina Clelia Silvia Bondi» (1909), di Vittorio Matteo Corcos
Marta Giani
Responsabile del Dipartimento di Arte contemporanea, Sotheby’s Italia

Quale autore in questa prima parte del 2023 ha rappresentato un exploit nelle aste?

Per quanto concerne le aste italiane, i colpi di scena sono abbastanza diffusi, ma si concentrano maggiormente su nomi di artisti storicizzati, visto che costituiscono lo zoccolo duro delle nostre vendite: per esempio, ad aprile abbiamo proposto una spettacolare scultura di Mirko Basaldella, artista che raramente compare sul mercato, e che ha quintuplicato i valori pre asta. Altro nome è quello di Giorgio Morandi che, nonostante sia in un costante boom, ci ha regalato un colpo di scena. Il suo magnetico «Fiori» del 1952 sempre in aprile ha realizzato il secondo migliore risultato di sempre per questo soggetto. Altro artista storicizzato che ci ha regalato grandi emozioni è stato Lucio Fontana con la vendita di «Concetto spaziale, Attese», durante la quale tutto il pubblico è rimasto sbalordito da una tempestiva offerta, arrivata dopo appena una o due battute, che rialzava quasi del doppio rispetto all’offerta precedente e, nonostante questo, non è stata l’offerta vincente.

Chi è stato una conferma?

Sono molti gli artisti che trattiamo nelle nostre aste che si sono rivelati solidi. Nelle vendite italiane gli occhi erano puntati su Alighiero Boetti, che ha confermato con risultati brillanti la sua stabile presenza sul mercato (dopo aver segnato il suo record d’asta nelle nostre sale di New York lo scorso novembre). Boetti ha un linguaggio universale e giocoso che i collezionisti italiani, ma sempre più anche stranieri, percepiscono come molto coinvolgente. In più ha la grande qualità di essere riconoscibile.
«Struttura policroma» (1949-50), di Mirko Basaldella
Guido Wannenes
Amministratore delegato della casa d’aste Wannenes

Quale autore in questa prima parte del 2023 ha rappresentato un exploit nelle aste?

Tenuto conto che mancano ancora diverse aste prima della chiusura del periodo, tra cui quella di arte moderna e contemporanea che è la più idonea a registrare trend su singoli artisti, possiamo per ora indicare come exploit il risultato del dipartimento libri e manoscritti che ha totalizzato il 92% di venduto per lotto e il 273% per valore, oltre a un record mondiale per la terza tiratura della «Map of the British and French dominions in North America» di John Mitchell, battuta a 137.500 euro. Questa mappa, stampata nel 1755, rappresenta una vera e propria rarità, contesa da 12 buyer di otto differenti nazionalità.

Chi è stato una conferma?

Ragionando più in termini di comparti che non di singoli artisti, arredi e dipinti antichi e del XIX secolo hanno confermato la loro leadership come dimostra il fatturato di 3 milioni di euro realizzato in questo inizio anno dai due dipartimenti. Tra gli exploit, la raffinata coppia di console romane del terzo quarto del XVIII secolo provenienti da Palazzo Colonna all’Ara Coeli, aggiudicate a 106.350 euro e la tavola con il «Riposo durante la fuga in Egitto» realizzata a due mani da Hendrick de Clerck e Denis van Alsloot, esitata a 118.850 euro.

Chi invece è stato una delusione?

Abbiamo ottenuto ottimi risultati in tutte le venti aste fin qui curate (di cui undici web-only), con una crescita che per il primo semestre si dovrebbe attestare sul +20% rispetto al 2022. Non sono presenti quindi delle delusioni, ma ulteriori stimoli volti a confermare l’eccellenza e il pregio del lavoro che viene svolto dai nostri dipartimenti.
«Riposo durante la fuga in Egitto», di Hendrick de Clerck e Denis van Alsloot

© Riproduzione riservata
Altri articoli di Elena Correggia