L’orgoglio di avere il proprio museo

Il Comitato Fondazioni Arte Contemporanea: 63 realtà non profit, il 70% nate dopo il 2000

L’opera di William Kentridge per l’inaugurazione delle Ogr a Torino, realizzate e gestite dalla Fondazione Crt
Guglielmo Gigliotti |

Roma. Quella parte di mondo dell’arte contemporanea italiana che si colloca in uno stadio intermedio tra il museo e la galleria ha ora il suo ordinamento sistematico e scientifico: è il report «Le organizzazioni private dell’arte contemporanea in Italia», realizzato dal Comitato Fondazioni Arte Contemporanea, dall’Associazione Civita e da Intesa Sanpaolo. La mappatura ha sottoposto a indagine minuziosa metodi, pratiche e offerte culturali di 63 realtà private non profit, di cui 39 fondazioni, 19 associazioni e 5 tra spa ed srl.

Tra le fondazioni, quelle sorte all’insegna dell’opera di un artista (Arnaldo Pomodoro, Gianfranco Baruchello, Emilio Vedova, Mario e Marisa Merz, Pistoletto, Hermann Nitsch) o quelle di origine bancaria (Credito Valtellinese, la Fondazione Crt), altre contrassegnate da una netta vocazione militante (Ratti, Giuliani, Memmo, Morra Greco, Nomas, Spinola Banna, Zimei, Made
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