L’occhio di Herbert List smonta gli stereotipi
In seno all’VIII Triennale di Fotografia un’antologica che abbraccia 35 anni di attività (1930-65) con 240 lavori originali, dalle prime sperimentazioni surrealiste agli ultimi nudi maschili con cui fece confessione della propria omosessualità.

In seno all’VIII Triennale di Fotografia, il Bucerius Kunst Forum dedica dal 14 maggio all’11 settembre al concittadino Herbert List (1903-75) la mostra «Herbert List. L’occhio magico», un’antologica che ne abbraccia 35 anni di attività (1930-65) con 240 lavori originali, dalle prime sperimentazioni surrealiste, influenzate da Magritte, de Chirico e Man Ray negli scatti ante II guerra mondiale, agli ultimi nudi maschili con cui fece confessione della propria omosessualità.
In parallelo a questa, anche il Museum für Kunst und Gewerbe di Amburgo gli dedica una retrospettiva, «Il Panopticon di Präuscher. Un photobook di Herbert List», (20 maggio-18 settembre), per presentarne un progetto rimasto inedito, il libro fotografico Präuschers Panoptikum, e altri scatti di giovani uomini riscoperti solo negli ultimi 20 anni e definiti dalla curatela «antesignani del moderno queer gaze», il linguaggio visivo che mette in discussione gli stereotipi di genere e i rapporti di potere ad esso associati.
Di formazione umanistica, il giovane List iniziò tuttavia a lavorare come commerciante di caffè nell’impresa paterna, viaggiando tra Sudamerica e Stati Uniti dove pare sia nata la sua passione per la fotografia; per le sue origini ebraiche e le critiche espresse nei confronti del partito nazista scappò a Parigi e vi organizzò nel ‘37 la sua prima mostra collaborando con riviste come «Verve», «Vogue», «Harper’s Bazaar» e «Life». Fondamentale fu poi il viaggio tra Grecia e Italia, dove iniziò a dedicarsi al suo soggetto prediletto, l’arte statuaria classica e dunque il nudo maschile, tema di future pubblicazioni. Realizzò anche celebri reportage di viaggio nonché ritratti di personaggi del mondo dell’arte e della letteratura, come Picasso, Chagall e Pasolini, tutti presenti nella prima mostra.