L’itinerario creativo di Tàpies

A un secolo dalla nascita la galleria Gracis espone 23 lavori dell’artista catalano, che coprono quasi cinquant’anni della sua carriera

«3+4 i dit» (1987) di Antoni Tàpies
Ada Masoero |  | Milano

A cent’anni dalla nascita di Antoni Tàpies (Barcellona, 1923-2012, Leone d’Oro alla 45ma Biennale di Venezia nel 1993), la Galleria Gracis dedica al pittore catalano, fra i massimi esponenti internazionali dell’Informale, la mostra «Segno|Memoria|Materia» (dal 10 febbraio al 31 marzo) curata da Luca Massimo Barbero, mentre in contemporanea, fino al 4 aprile, la galleria Timothy Taylor di Londra presenta una sua personale con opere dal 1989 al 2008.

Attraverso 23 lavori realizzati tra il 1959 e il 2006, il percorso della mostra milanese segue il più alto itinerario creativo di Tàpies, ponendo in evidenza l’impegno civile e politico di un autore che militò sempre sul fronte antifranchista, mentre nell’arte, pur dichiarandosi estraneo a ogni corrente o movimento, enunciava la sua opposizione con il linguaggio dell’Informale.

Nel suo lavoro si affidava, infatti, alla voce della materia, inglobando oggetti e materiali eterogenei (cemento, sabbia, terra, corde...), in linea con i principi di quella temperie artistica, formalizzata nel 1951 dal critico francese Michel Tapié, che scaturì dopo la seconda guerra mondiale come reazione, gridata e afasica al tempo stesso, agli orrori appena attraversati. Non più figurazione o astrazione ma grumi di materia informe che erompeva incontrollata dall’interiorità per esprimere l’angoscia e lo smarrimento condivisi dal mondo intero.

Antoni Tàpies ritorna così a Milano, città che nel 1985 gli aveva dedicato una grande antologica a Palazzo Reale, diffusa anche in importanti spazi privati, dalla galleria Bergamini alla galleria del Naviglio, dallo Studio Marconi alla galleria Seno. A commento della mostra, il catalogo (Marsilio Arte) con un saggio del curatore, i testi dell’antologica milanese del 1985, alcuni scritti dell’artista e testimonianze critiche non più pubblicate da tempo.

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