C’è chi vende e chi celebra, rilanciando. Forse sta tutta qui la differenza tra il nostro Paese e il resto d’Europa, per non dire del mondo. Sarà pur vero che l’amministratore delegato cui si deve la storica decisione è francese, sarà pur vero che UniCredit è da anni un grande gruppo europeo, ma la notizia della vendita della collezione d’arte UniCredit, uscita nei mesi scorsi sui giornali accompagnata dall’assordante silenzio di tutti quelli pronti a scandalizzarsi per molto, ma molto meno, non fa altro che confermare la strutturale debolezza del sistema artistico italiano, perennemente in balia di decisioni individuali, positive o negative che siano, nella pressoché totale assenza di un disegno condiviso (per non dire di una seppur minima programmazione).
Nel frattempo tra Francoforte, Londra e Amsterdam la Deutsche Börse celebra i vent’anni della nascita della sua collezione fotografica con una serie di mostre, continua a supportare l’omonimo premio che si tiene alla Photographer’s Gallery della capitale ...
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