L’Italia nasce povera e diventa poverista
A Palazzo Strozzi il ritratto del Paese nell’arte tra i ’50 e i ’70

Si apre con «La battaglia dell’ammiraglio» di Renato Guttuso (1951-52), realizzata per l’Istituto di Studi Comunisti Palmiro Togliatti delle Frattocchie, la mostra che si svolge dal 16 marzo al 22 luglio a Palazzo Strozzi. «Nascita di una Nazione. Tra Guttuso, Fontana e Schifano» copre due decenni della storia italiana; a chiuderla è «Rovesciare i propri occhi» (1970) di Giuseppe Penone, emblematica rappresentazione, se si vuole, di un’Italia che guarda a se stessa e alla sua storia, quando la forte polemica con il sistema diventerà anche lotta armata.
In una Nazione che dopo la frattura del secondo conflitto mondiale riafferma la sua identità, l’arte testimonia le contraddizioni ma anche il fervore che accompagnò la ricostruzione, il boom economico, la ritrovata libertà intellettuale e il cambiamento di costumi nella società, non senza esprimere tuttavia le ferite, i traumi e il clima di
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