L'Italia che andava veloce

La copertina del volume
Luca Scarlini |

La pubblicità ha sempre fatto proprie le immagini del dinamismo e della rapidità: non si contano le imprese commerciali, dei più diversi generi, che hanno voluto indicare nel nome la loro capacità di essere all’altezza dei tempi, di compartecipare al progresso.
La ricerca proposta da Dario Cimorelli e Anna Villari prende efficacemente in esame poster italiani dal 1890 al 1955, epoca in cui la trasformazione tecnologica ha portato un profondo mutamento nella percezione collettiva.

I capitoli del volume hanno titoli evocativi, come Sprazzi e bagliori, che inaugura il percorso, con immagini dell’epoca eroica delle automobili, quando per la prima volta quella che è diventata, per eccellenza, «la macchina» giungeva nell’immaginario di inizio ’900. Si tratta, talvolta, di icone note (come quella magnifica di Marcello Dudovich che reca il motto: «C’è una Bugatti: non si passa»), o l’altra del
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