L’inesprimibile a due dimensioni di Vija Celmins

In 120 opere al Met tutta la carriera dell'artista

Vija Celmins, «Untitled (Big Sea #1)», 1969. Collezione privata. © Vija Celmins. Cortesia dell'artista e di Matthew Marks Gallery. Photo © McKee Gallery, New York
Viviana Bucarelli |  | New York

L’oceano, la distesa di sabbia del deserto, l’infinito cielo notturno sono tra i soggetti più comuni dell’artista lettone/americana Vija Celmins che, nei suoi dipinti, distilla l’essenza degli elementi fondamentali del pianeta: l’acqua, la terra, le rocce, il cielo stellato. «Quello che mi interessa, ha detto, è trasformare un’immagine in un quadro e renderla viva… Non intendo raccontare storie, ma tentare di esprimere l’inesprimibile».

Ora, dal 24 settembre al 12 gennaio, il Metropolitan Museum of Art di New York presenta la retrospettiva dedicata all’artista dal titolo «Vija Celmins: To Fix the Image in Memory»: circa 120 opere, comprese tra il periodo trascorso a Venice, in California, all’inizio della sua carriera, e le opere più recenti.

Nata a Riga nel 1938, è fuggita con la famiglia dalla Lettonia occupata dall’Unione Sovietica per arrivare nella Germania nazista da cui è
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