L’identità e l’appartenenza di Wangari Mathenge
Da Monica De Cardenas una serie di grandi formati della quarantanovenne artista keniota

Nella sua prima personale in Italia, «Perspectives», da Monica De Cardenas fino al 26 novembre, l’artista keniota Wangari Mathenge, nata nel 1973 e cresciuta tra Nairobi e Londra, poi trasferitasi per ragioni di studio (è laureata in Diritto alla Georgetown University di Washington Dc) negli Stati Uniti, presenta una serie di grandi dipinti in cui affronta i temi dell’identità e della memoria delle popolazioni africane: delle donne soprattutto, colte in attitudini intime e familiari, fra le piccole cose quotidiane, in scene potenziate non solo dalle dimensioni ma anche dall’uso dei colori squillanti e dei vivaci motivi decorativi propri di quelle culture.
Due le serie cui lavora da quando ha scelto la pittura (in cui si è perfezionata a Chicago): «The Expats» e «The Ascendants», nella prima delle quali riflette sui diversi parametri con cui vengono vissuti gli «espatriati» bianchi o di colore. Questi ultimi, infatti, anche quando occupano posizioni di rilievo, come accadde per la sua famiglia nel Regno Unito dove giunsero negli anni ’70 al seguito del padre, funzionario del Commonwealth, sono considerati «migranti».
Nella seconda declina invece il tema dell’eredità del colonialismo che, a dispetto di tutto, tarda a estinguersi. Mathenge ne combatte le tossine non con il linguaggio della violenza ma offrendo la prospettiva di chi a quelle culture appartiene e mostrandone la quotidianità, in cerca di un rapporto con l’«altro» da sé.