L’età d’oro pistoiese

Una mostra racconta la culla dell’arte medievale e crocevia di artisti e pellegrini

«Madonna con Bambino in trono e angeli» (1340 circa) di Pietro Lorenzetti (particolare), Gallerie degli Uffizi, Firenze
Laura Lombardi |  | Pistoiaq

Quasi incredibile pensare che Pistoia, culla dell’arte medievale, non abbia mai dedicato una mostra al periodo aureo della sua produzione artistica. Grazie all’impegno della Fondazione Pistoia Musei diretta da Monica Preti che si sta molto impegnando sul territorio, si tiene, dal 27 novembre all’8 maggio all’Antico Palazzo dei Vescovi e Museo Civico la mostra «Medioevo a Pistoia. Crocevia di artisti tra Romanico e Gotico» a cura di Angelo Tartuferi, Enrica Neri Lusanna, Ada Labriola (rispettivamente esperti di pittura, scultura e miniatura). Organizzata in occasione dell’anno Iacobeo, la mostra (catalogo Mandragora) intende porre all’evidenza la vocazione culturale della città, fin da quando il vescovo Atto, nel 1140, accolse una reliquia dell’apostolo Jacopo da Compostela, inserendo Pistoia nella rete delle più importanti rotte di pellegrinaggio.

Committenti illuminati attrassero scultori quali Guglielmo e Guido da Como, e poi Nicola e Giovanni Pisano e fiorentissime furono pure la miniatura, fin dalla bottega del Maestro di Sant’Alessio in Bigiano, e le arti suntuarie: i curatori si sono infatti avvalsi delle competenze di Lucia Gai per l’Altare argenteo di san Jacopo e di Mirko Santanicchia per i calici e le croci processionali. Per la pittura già alla fine del XII secolo troviamo personalità quali il Maestro del Crocifisso n. 434 degli Uffizi, sulla cui attività si forma Coppo di Marcovaldo, e il Maestro di Santa Maria Primerana. Restaurati in occasione della mostra sono il «Polittico di san Giovanni Fuorcivitas» di Taddeo Gaddi e la «Maestà e angeli» di Pietro Lorenzetti, proveniente dagli Uffizi.

Il percorso espositivo rimanda a una sala del Museo Civico, dove sono tre opere di difficile trasferimento: la formella di Nicola Pisano, il dossale di Lippo di Beniveni e un altro dossale del Maestro del 1310, dal nome di una pala conservata al museo del Petit Palais di Avignone, purtroppo non concessa in prestito. Dello stesso Maestro è però esposta un’opera inedita, la «Madonna col Bambino» che era al centro di un tabernacolo portatile che reca sul tergo delle corde intrecciate.

Oltre a rivolgersi al grande pubblico, contando sulla qualità e la raffinatezza dei pezzi esposti (e avendo come riferimento ideale mostre quali «Gotico a Siena» a cura di Giovanni Previtali a Siena del 1982), i curatori hanno come interlocutori anche gli specialisti, sottolineando l’importante aggiornamento e messa a punto nel campo degli studi, che porta ad esempio a riconoscere la sicura paternità di Giovanni Pisano per un’opera di attribuzione controversa quali l’«Angelo che porta la testa del Battista».

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