L’«Erasmus» di Dürer

Alla National Gallery gli itinerari geografici e culturali al di qua e al di là delle Alpi che nutrirono la creatività del genio rinascimentale

«Madonna con Bambino» (1496-99) di Albrecht Dürer (particolare) © Cortesia del Board of Trustees, National Gallery of Art, Washington, DC.
Giovanni Pellinghelli del Monticello |  | Londra

«I viaggi di Dürer: itinerari di un artista del Rinascimento», dal 20 novembre al 27 febbraio alla National Gallery (in collaborazione con il Museo Suermondt-Ludwig di Aquisgrana), illustra con la ricchezza di opere provenienti da musei e collezioni private mondiali (dipinti, disegni, stampe e lettere) come il genio rinascimentale tedesco Albrecht Dürer si fosse completamente inserito nella temperie culturale e artistica del Rinascimento europeo e nelle sue principali declinazioni locali. Questo in un’epoca in cui concetti come comunicazione e «villaggio globale» erano ancora nascosti nel futuro di là da venire.

Dürer fu testimone diretto dei grandi sconvolgimenti epocali e culturali dell’Europa del Rinascimento: dalla Riforma di Lutero alla scoperta ed esplorazione di Americhe ed Africa, dall’arrivo di animali e culture sconosciuti alla rivoluzione globale attraverso la stampa. Dalla natìa Norimberga, seguendo i suoi viaggi di qua e di là delle Alpi, in Italia, in Germania e nelle Fiandre, a Venezia, Anversa e poi Amsterdam, la mostra spiega quanto nei suoi itinerari geografici e culturali Dürer seppe creare uno scambio poetico con gli artisti più illustri del panorama fiammingo e del Rinascimento italiano (di questi ultimi, in specie, fece proprio lo studio del corpo umano e la sua resa pittorica, la cura per la proporzione classica e l’abilità nel dipingere le diverse qualità della luce).

Viaggi che tutti nutrirono la sua curiosità e la sua poliedrica creatività, com’è dimostrato, per darne un unico esempio, dalla «Madonna con il Bambino» dalla National Gallery of Art di Washington, realizzata da Dürer fra il 1496 e il 1499, dopo il suo primo viaggio a Venezia nel 1494-95 (il secondo sarà fra 1505 e 1507), durante il quale incontrò e frequentò Giovanni Bellini, restandone fortemente coinvolto e influenzato.

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