L'astrazione al femminile

Al Museo Guggenheim di Bilbao il ruolo delle artiste nella genesi della modernità

Da sinistra: Christine Macel, curatrice capo Centre Pompidou; Lekha Hileman Waitoller, curatrice Museo Guggenheim Bilbao; Silvia Churruca, direttrice comunicazione e rapporti istituzionali, Fondazione BBVA e Juan Ignacio Vidarte, direttore generale Museo Guggenheim Bilbao
Roberta Bosco |  | Bilbao

Dopo aver fatto scoprire al pubblico spagnolo la figurazione psicologica di Alice Neel il Museo Guggenheim di Bilbao affronta il vasto panorama dell’arte astratta e rivendica il ruolo delle donne nella sua evoluzione, con la mostra «Donne dell’Astrazione» (dal 22 ottobre fino al 27 febbraio). A partire dalle opere di un centinaio di creatrici internazionali, la rassegna propone una nuova lettura della storia dell’arte astratta che non si limita alla pittura, ma abbraccia le arti plastiche, la danza, la fotografia, il cinema e le arti decorative.

Attraverso l’analisi di alcuni eventi chiave della storia dell’astrazione, la mostra rivela i processi che hanno contribuito a mantenere le artiste nell’ombra e analizza la loro condotta in tutta la sua complessità e i suoi paradossi, cercando di capire perché alcune, come Sonia Delaunay, adottano un’identità scevra di genere, mentre altre, come Judy Chicago, propugnano un’arte femminile e femminista.

Il percorso, cronologico e multidisciplinare, inizia con un’inedita incursione nel XIX secolo per riscoprire le opere di Georgiana Houghton, che nell’intento di rappresentare il mondo spirituale, si può considerare un’antesignana dell’astrattismo.

Il progetto (a cura di Christine Macel, curatrice capo del Centre Pompidou, Karolina Lewandowska, direttrice del Museo di Varsavia e Lekha Hileman Waitoller, curatrice del Museo Guggenheim Bilbao) propone un relato globale che non si limita alla produzione occidentale, ma si estende all’Asia, all’America Latina e al Medio Oriente.

Un altro aspetto singolare è l’analisi del ruolo dei tessuti nella storia dell’Astrattismo, che iniziò a essere riconosciuto dal mondo dell’arte solo nel ’69 con la mostra «Wall Hangings», organizzata dal MoMA di New York. «Donne dell’Astrazione», che comprende le opere di 5 artiste italiane: Regina Cassolo, Giannina Censi, Carla Accardi, Dadamaino e Bice Lazzari, rende omaggio anche ad alcune delle collezioniste più influenti dell’epoca, come Peggy Guggenheim o Hilla Rebay, che seppero anticipare l’importanza che l’astrazione avrebbe avuto nella storia dell’arte.

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