L’asta di Cambi dedicata alla collezione Cesari
Il 18 aprile presso Castello Mackenzie di Genova la casa d’aste Cambi presenta la collezione di arredi antichi di questa famiglia di imprenditori del settore tessile ed eccellenza italiana

Torna l’appuntamento con Dimore Italiane, il segmento di Cambi Casa d’Aste focalizzato sulle migliori selezioni di arredi appartenute a importanti famiglie italiane. Il 18 aprile, presso la sede storica di Castello Mackenzie a Genova, verranno offerti all’incanto arredi, complementi ed oggetti provenienti dalle collezioni di imprenditori italiani, a riprova di quel chiaro e sublime «buon vivere» composto da gusto ed eleganza.
Protagonista della sessione è la collezione della famiglia Cesari, imprenditori del settore tessile, la cui impronta si incastona perfettamente nella manifattura italiana. La storia dell’azienda Cesari, leader nel campo dell’arredamento e delle decorazioni di interni, inizia a Roma nel 1947 dove Luigi Cesari intraprese l’attività con il primo negozio aperto in Piazza Barberini, ottenendo riconoscimenti sia in Italia che all’estero, visti i diversi premi ricevuti anche a Parigi.
La qualità dei prodotti e le costanti richieste del mercato portarono la produzione ad estendersi in un secondo più ampio atelier in via del Babuino, proprio alle spalle di quella via Margutta tanto cara ad artisti e creativi degli anni ’60. Una vita aziendale di grande fama, sviluppata anno dopo anno per arrivare ad assestarsi come garanzia di qualità per gli importanti salotti della Dolce Vita romana.
Luigi Cesari guidò così la sua attività, tra il pregio dei materiali usati per la produzione e il gusto delle sue creazioni. A suggello di questo suo lavoro venne insignito del titolo di Cavaliere del Lavoro negli anni Novanta. Accanto a Cesari, la moglie Stefania, donna di fascino ed eleganza, amante del bello e della ricercatezza, che costruì una collezione corposa di ventagli, tanto che l’editore Franco Maria Ricci le dedicò una monografia. Altrettanto degno di nota è il nucleo di fazzoletti antichi, che rappresenta una delle serie più complete al mondo per il suo genere.
Tra i top lot della collezione, emerge la coppia di console in legno intagliato e dorato del XVIII secolo (stima 18-24mila euro), così come si fanno notare le delicate caffettiere in argento, tra cui un modello della prima metà del XIX secolo realizzato dal maestro argentiere Angelo Giannetti (1824-1865) caratterizzato da eleganti decori di gusto neoclassico con versato a foggia di oca e manico a forma di levriero (stima: 5-7mila euro).
Risalta il ritratto di Leonora Alvarez de Toledo detto «Dianora» (stima 12-18mila euro), anticamente attribuito al Bronzino e poi, ancora, un insieme di arredi decorati a chinoiserie come la commode firmata Denis Genty in legno dipinto in policromia con elementi in bronzo dorato (6-8mila euro). Ad arricchire ulteriormente il catalogo, il raro orologio firmato dal maître-horloger «GioPietro Callin. Genova», esempio dell’ebanisteria settecentesca genovese e, a questo titolo, documentato nella pubblicazione di Lodovico Caumont-Caimi «L’ebanisteria genovese del Settecento».
