L’assalto ai palazzi di Brasília ha causato danni incalcolabili al patrimonio
Le autorità brasiliane hanno stilato un dettagliato rapporto che documenta le condizioni degli oggetti della collezione nazionale dopo la rivolta dell’8 gennaio dei ribelli pro Bolsonaro

Quando, l’8 gennaio scorso, i rivoltosi hanno preso d’assalto i palazzi del Governo brasiliano a Brasília, hanno mandato in frantumi vetri, bruciato mobili e imbrattato con scritte le pareti. Nella loro furia, motivata dall’erronea convinzione che le elezioni presidenziali fossero state «rubate», hanno anche danneggiato decine di opere d’arte: da una statua modernista della Giustizia a un arazzo dell’architetto paesaggista Roberto Burle. La scorsa settimana l’Istituto brasiliano per il patrimonio storico e artistico nazionale ha pubblicato un rapporto di una cinquantina di pagine con una prima stima dei danni.
L’invasione è avvenuta nel pomeriggio, quando centinaia di sostenitori di estrema destra dell’ex presidente Jair Bolsonaro che contestavano l’esito delle elezioni hanno fatto irruzione negli edifici del Congresso brasiliano, della Corte Suprema e nel Palazzo presidenziale di Planalto, tutti progettati dall’architetto Oscar Niemeyer. Per quasi quattro ore, con scene che hanno richiamato alla memoria l’assalto a Capitol Hill, sede del Congresso americano, del 6 gennaio 2021, l’orda si è accanita su elementi architettonici e opere d’arte.
Le fotografie pubblicate nel rapporto mostrano ceramiche sbriciolate, sculture a pezzi e dipinti squarciati. Un ritratto dell’ex primo ministro, il duca di Caxias, è stato deturpato dall’aggiunta di un paio di baffetti blu alla Adolf Hitler, mentre quello del senatore Renan Calheiros ha dei tagli all’altezza degli occhi e «As Mulatas», un grande dipinto di genere di Emiliano di Cavalcanti, valutato 1,5 milioni di dollari, è stato bucherellato in più punti.
Rogério Carvalho, curatore del palazzo presidenziale, ha dichiarato in una nota che sarà possibile recuperare molte delle opere vandalizzate. «Per la storia che rappresenta, il valore di ciò che è stato distrutto è incalcolabile, ha osservato. La collezione rispecchia tutti i presidenti che hanno rappresentato il popolo brasiliano in un lungo periodo che si apre con il presidente Juscelino Kubitschek. Questo è il suo valore storico. Dal punto di vista artistico, di certo Planalto conserva una delle collezioni più importanti del Paese, relativa soprattutto al Modernismo brasiliano».
Un’opera emblematica, il cui restauro, aggiunge Carvalho, sarà «difficilissimo», è un pendolo del Seicento, opera dell’orologiaio francese Balthazar Martinot. Donato a Dom João VI del Portogallo e portato in Brasile nel 1808, il manufatto dorato è stato gettato a terra e si presenta ora con un buco nella parte frontale.
Altrove, i fedelissimi di Bolsonaro si sono scagliati contro sculture dell’artista polacco Frans Krajcberg e del brasiliano Bruno Giorgi. Nel palazzo del Senato hanno lacerato il bordo di un vivace arazzo del 1973 di Roberto Burle Marx, proprio sopra il punto in cui compaiono la firma dell’artista e la data. Davanti all Corte Suprema qualcuno ha impugnato un pennarello e sul torso della statua di Alfredo Ceschiatti «A Justiça», ha vergato questo messaggio: «perdeu, mané», una citazione della risposta data dal giudice della Corte Suprema Luis Roberto Barroso a un sostenitore di Bolsonaro che contestava i risultati delle elezioni, traducibile con: «Hai perso, scemo». Altre opere non identificate sono state danneggiate dall’acqua degli irrigatori a pompa, attivati da una serie di incendi.
Stando agli autori del rapporto, che hanno stilato una lista dei provvedimenti urgenti e a lungo termine che saranno adottati per restaurare gli edifici e le opere d’arte, la maggior parte dei danni riportati dalle strutture è reversibile. Gli operai hanno già cominciato a sostituire i vetri, a ripulire i graffiti e i tappeti, mentre si continua a catalogare le opere d’arte danneggiate. Sono centinaia i facinorosi arrestati nel frattempo e l’ufficio del procuratore generale ha intenzione di ritenere gli esecutori responsabili in solido delle distruzioni.
La collezione «è un tesoro d’arte del popolo brasiliano, che appartiene alla Nazione e di cui è necessario rispettare l’integrità, ha commentato nel corso di una conferenza stampa la neoministra brasiliana per la Cultura Margareth Menezes. L’idea è di creare un memoriale sulla violenza che abbiamo subito, un monito perché fatti come questi non accadano più»
