L’arte perduta

Tecnica e poesia nei disegni degli architetti dell’Accademia di Belle Arti di Roma

Un disegno del 1891 di Antonio Petrignani. Accademia di Belle Arti di Roma
Guglielmo Gigliotti |

Roma. È un mondo sparito quello testimoniato dalla mostra aperta fino all’8 luglio presso il Centro Studi Americani in Palazzo Antici Mattei «The lost art of drawing-L’arte perduta del disegno». Trentadue opere a grafite e acquarello su carta realizzate tra fine Ottocento e primi del Novecento da studenti dell’allora Regio Istituto di Belle Arti, e oggi Accademia di Belle Arti, illustrano modalità di approccio e studio oggi tanto inattuali e inattuabili, quanto in attesa di una loro riconsiderazione storica. Le opere, perché di questo si tratta quando si parla delle prove di esame esposte, sono pertinenti alla Scuola di Architettura, non ancora scissasi dai corsi delle Accademie di Belle Arti per divenire Facoltà a sé (ciò che avverrà nel 1929).

Nei corsi di Disegni di architetture storiche, di Stili e Ornato, di Disegni d’invenzione, si formarono gli architetti a cui l’Italia umbertina
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