L’Art Déco inaugura le aste ginevrine di Phillips

Gioielli delle marche più note del settore, diamanti e pietre preziose. Lotti senza prezzo di riserva fino a quelli stimati 100mila franchi svizzeri

Lacloche Frères, vanity case anni 20, stima 30-50mila franchi svizzeri. Cortesia di Phillips
Elena Correggia |  | Ginevra

Phillips debutta a Ginevra nelle vendite di gioielli con il lusso sofisticato di una collezione di oggetti Art Déco. Il 6 novembre la casa d’aste inaugurerà infatti i suoi primi incanti di gioielli nella città elvetica, una piazza strategica per questo settore. L’ampliamento delle vendite internazionali fa seguito agli importanti risultati annuali ottenuti dal dipartimento nel 2021 e 2022.

Sotto i riflettori il 6 novembre saranno diamanti e pietre preziose, monili firmati dalle maison più celebri come Cartier e Van Cleef&Arpels, accanto a una rara collezione privata di oggetti Art Déco. Essa è composta da circa 120 pezzi, con lotti offerti senza prezzo di riserva fino a quelli stimati 100mila franchi svizzeri.

«La raccolta amorevolmente costruita nel tempo rende omaggio all’occhio attento del collezionista che ha selezionato con cura i migliori designer e gioiellieri del periodo Art Déco, cogliendo i diversi stili e tendenze dell’epoca, dalle forme elaborate e preziose a quelle pulite e geometriche di Jean Després e Raymond Templier», afferma Benoît Repellin, responsabile mondiale gioielli di Phillips.

Fra i lotti di punta spicca un orologio da tavolo in onice, smalto, cristallo di rocca, giada e diamanti degli anni ’20 realizzato da Tiffany&Co di particolare opulenza (stima 60-100mila franchi svizzeri). La selezione spazia poi dai segnatempo alle scatole e scatoline, portasigarette e porta cosmetici, piccoli capolavori di estro e maestria artigiana. Si va dai modelli che nei materiali esotici e nell’estetica richiamano l’eleganza orientale, come il vanity case dei fratelli Lacloche in diamanti e smalto, anni ’20 (30-50mila) ai manufatti che nei decori s’ispirano ai preziosi arabeschi dell’arte persiana, come la minuta borsa gioiello di Van Cleef&Arpels con diamanti, perle e smalto (30-50mila).

Ma la fascinazione dell’Art Déco per la modernità delle macchine industriali si traduce anche in geometrie lineari, forme nette e pulite come testimonia il vanity case di Paul Brandt degli anni ’30 in oro, argento e lacca (5-8mila).  Una piccola serie di scatole e custodie di Boucheron, Ostertag e Strauss, Allard &Meyer celebra infine il mondo botanico e l’eleganza ornamentale di piante, foglie e fiori.

© Riproduzione riservata Tiffany&Co, orologio da tavolo anni 20, stima 60-100mila franchi svizzeri. Cortesia di Phillips
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