L’architettura contemporanea sconfiggerà le disuguaglianze?

Al MoMA i talenti emergenti e i progetti innovativi per città più accessibili, sostenibili ed eque

Render di un monumento «in realtà aumentata» in onore del generale Toussaint Louverture a Columbus Circle. Immagine di Kinfolk
Elena Franzoia |  | New York

«Architecture Now: New York, New Publics», aperta fino al 29 luglio, è la prima di una serie di mostre con cui il MoMA intende valorizzare talenti emergenti e progetti innovativi nel campo dell’architettura contemporanea. Curata da Evangelos Kotsioris e Martino Stierli con Paula Vilaplana de Miguel, la mostra focalizza 12 progetti pubblici che a New York City sono riusciti ad ampliare la fruizione a fasce sociali differenti, favorendo partecipazione, integrazione e permeabilità.

Ogni progetto è accompagnato da un nuovo video, realizzato per l’occasione dal regista di Brooklyn Hudson Lines. «Gli ultimi tre anni sono stati caratterizzati dagli effetti devastanti della pandemia e da potenti proteste politiche e sociali in tutta la città, che chiedono un profondo cambiamento, ha dichiarato Stierli. Come si traduce tutto ciò nella trasformazione dello spazio pubblico? Un’architettura innovativa può provare a correggere le disuguaglianze strutturali e favorire la trasformazione sociale?».

Spaziando dall’architettura apertamente afro di una vera archistar nera come David Adjaye al grande tema del riuso al centro del lavoro dello studio CO Adaptive, fino alle imponenti opere ingegneristiche alla scala urbana e paesaggistica di SWA/Balsley e Weiss/Manfredi con Arup, la selezione altamente intergenerazionale proposta dalla mostra trova spazio anche per progetti meno clamorosi, ma finalizzati a un’inclusione e partecipazione puntuali e quotidiane come piscine pubbliche, giardini comunitari, monumenti virtuali per fasce sociali sottorappresentate.

Riuso creativo delle infrastrutture esistenti, condivisione delle risorse private e potenziale delle nuove tecnologie diventano così le basi per un’architettura dal taglio profondamente politico e sociale, orientata a una città più accessibile, sostenibile ed equa.

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