L'Aquila, il museo nato dal terremoto
A sei anni dal sisma aperto finalmente il Munda in un ex mattatoio. Un percorso espositivo nitido con oltre cento opere dall’età romana a quella barocca. Quando la collezione tornerà al Castello spagnolo, cosa accadrà a questo edificio di archeologia industriale?

L'Aquila. A sei anni dal terribile terremoto del 6 aprile 2009 la città abruzzese rimargina, parzialmente e temporaneamente una ferita profonda: ha aperto il Museo nazionale d’Abruzzo. L’acronimo è Munda. Non è dov’era la collezione prima del sisma, nel Castello spagnolo del 1530: alloggia nell’ex mattatoio ai margini del centro storico, a pochissimi passi dalla Fontana delle 99 cannelle, in zona Borgo Rivera. Qui hanno trovato collocazione circa 120 opere, per la gran parte restaurate, molte provenienti dalle sale tuttora inagibili della fortezza, molte da chiese terremotate del «cratere» aquilano; la raccolta documenta in ordine cronologico l’epoca dei Marsi e Romani e l’arte abruzzese fino al tardo Manierismo e al Seicento dando comprensibile rilievo al capitolo più cospicuo, certo per qualità, del territorio: il Medioevo. È un bel risultato. Tuttavia nessuno può abbassare la
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